L’AQUILA – Cristian Susanu, romeno di 42 anni residente a Prata D’Ansidonia, in provincia dell’Aquila, e Djezet Uzeiri, macedone, 61 anni, residente a Castelnuovo, frazione di San Pio delle Camere, hanno perso la vita mentre erano a lavoro. Nel cantiere che stavano allestendo a San Pio delle Camere, a causa del crollo del fabbricato da demolire. Dalle macerie, i corpi senza vita dei due operai della ditta edile Habita, sono stati estratti nella notte. In paese raccontano che il sessantunenne, nel 2009, riuscì a salvarsi dalle macerie del sisma del 6 aprile. Ieri, altri tre operai sono scampati al cedimento del muro dell’edificio in rovina.
Il sopralluogo
In sopralluogo sul posto Ernesto Carli, ispettore della Asl, riferisce a LaPresse: “Stiamo finendo di fare gli atti ispettivi, cartacei e le acquisizioni documentali e per capire le responsabilità vedere quello che è successo e le modalità”. “È un palazzo che è collassato, stavano lì preparando il cantiere da qualche giorno”, dice a LaPresse il sindaco di San Pio delle Camere, Pio Feneziani. Che sottolinea che l’aggregato rientrava tra gli interventi della ricostruzione post terremoto 2009.
La tragedia
Per alcuni del paese i lavori sarebbero partiti da una settimana. Sul pannello esposto all’ingresso di un cantiere, proprio a due passi dall’edifico crollato, le informazioni indicano che la ditta Habita ha in cantiere per la “Riparazione e il miglioramento sismico” di un aggregato edilizio (numero 8800129). E che i lavori erano partiti il 19 agosto 2020 con la data di ultimazione degli stessi indicata nel 2022. Una folata di vento fa cadere la transenna che ci separa da questo cantiere dove è rimasta una carriola su un piano in cemento dinanzi un’abitazione che nasconde l’edificio crollato.
A pochi passi la chiesa San Pio e un parcheggio con un’auto ferma, una Opel corsa, grigio metallizzata, parcheggiata lì da un giorno, a pochi metri dal cantiere. “Deve essere l’auto di uno dei due”, ipotizza uno del posto a cui il mezzo è poco familiare rispetto a quelli che circolano in paese. Nella parte retro dell’auto, sotto il marchio di fabbrica ‘Corsa’ un particolare inquietante, una scritta adesivo celeste: “Crolla”.
La testimonianza
Una signora racconta che l’edificio crollato, 12 anni fa, era abitato da un’anziana che, dopo il sisma, nemmeno voleva uscire dall’immobile tanto che dovette intervenire la Protezione civile per portarla via dal cumulo di pietre che considerava ancora la sua casa. Il primo cittadino parla di Uzeiri Djevzet, da più di dieci anni residente in zona, conosciuto in paese con il nome di Jimmi, era ben inserito nella comunità, abitava nella frazione di Castelnuovo. La figlia ha 8 anni e frequenta la scuola elementare del paese sulla Piana dei Navelli. Dell’altra vittima del crollo, Christian Susanu, il sindaco conosceva bene il fratello e conferma che il quarantenne era sposato.
(LaPresse/di Maria Trozzi)