CITTA’ DEL VATICANO – Gli abusi sessuali sulle suore sono un problema grave, serio e presente anche a Roma. Papa Francesco ne è consapevole e ne parla apertamente ricevendo in Vaticano l’Uisg, Unione internazionale delle superiori generali.
Gli abusi sessuali sulle suore sono un problema grave, serio e presente anche a Roma. Papa Francesco ne è consapevole e ne parla apertamente ricevendo in Vaticano l’Uisg, Unione internazionale delle superiori generali. Il tema era stato sollevato, dopo diverse denunce, anche nei mesi scorsi e sin da subito Bergoglio aveva promesso che non si sarebbe sottratto.
Il problema è in realtà molto più complesso
Al Papa arrivano notizie di abusi che non sono solo sessuali, ma anche di potere e di coscienza. Contro questi, anticamera delle violenze fisiche, promette battaglia. E, parlando dell’abuso di potere, solleva il velo su una vergogna storica della Chiesa: le religiose al servizio dei prelati. Una pratica che per Bergoglio è del tutto antistorica: “Servizio sì, servitù no”, prega. Nessuna donna diventa religiosa con l’obiettivo di diventare la domestica di un chierico. Lavorare nei Dicasteri, amministrando una nunziatura, va bene. Utilizzare le suore come collaboratrici domestiche no.
Nessuno sviluppo significativo sul fronte del diaconato femminile
Oggi il Pontefice ha consegnato ufficialmente alla presidente dell’unione il risultato della commissione di studio istituita nel 2016 (l’idea, all’epoca, fu proprio dell’Uisg). In tre anni, il lavoro è stato tanto ma il risultato scarso. Il gruppo di lavoro – il Papa lo aveva anticipato durante la conferenza stampa sul volo da Skopje a Roma – è spaccato.
Il cristianesimo ha conosciuto sì una forma di diaconato femminile nei primi anni, soprattutto in Siria, ma non, sembra, con un ruolo così centrale. Le diaconesse del cristianesimo primitivo aiutavano nei Battesimi, nei casi di scioglimento dei matrimoni e la forma di ordinazione non era la formula sacramentale. Spiega Bergoglio: “Era simile alla benedizione abbaziale di una badessa, una benedizione speciale per il diaconato”. Nessun risultato concreto, dunque, ma lo studio non si ferma.
(LaPresse)