Accoltellato alla schiena preso 15enne

Accoltellato alla schiena, preso 15enne
Accoltellato alla schiena, preso 15enne

NAPOLI – Ancora movida di sangue. Un 15enne arrestato dai carabinieri, per aver accoltellato un coetaneo in via Monte Rosa nel quartiere Scampia. 

Il minorenne è accusato di un tentato omicidio avvenuto nella notte del 3 settembre nella zona della movida nella periferia partenopea.

La vittima è un ventenne ferito con un fendente alla schiena. 

Gli investigatori dell’Arma fanno sapere che le indagini dei militari di Scampia – coordinati dalla Procura minorile – hanno raccolto diversi indizi nei confronti dell’indagato, che pare già conoscesse la vittima. 

Le ragioni del gesto non sono ancora chiare, ma potrebbero essere legate a pregresse discussioni di natura personale.

All’alba di ieri i carabinieri della stazione di Scampia hanno eseguito la misura cautelare in un istituto penitenziario minorile, emessa dal Tribunale per i minorenni di Napoli su richiesta della Procura nei confronti del 15enne. Abita nella zona. L’episodio risale alla notte del tre settembre, quando le pattuglie intervennero al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, dove poco prima era stato trasportato il ventenne di Scampia dal personale del 118.

Il giovane presentava una profonda ferita da arma da punta e taglio alla spalla sinistra. Poi gli accertamenti: l’aggressione era avvenuta poco prima mentre il 20enne passeggiava a via Monte Rosa. 

I carabinieri della compagnia Stella ricostruirono la dinamica dei fatti. Il 20enne, trasferito in codice rosso, restava ricoverato in ospedale in osservazione e in prognosi riservata.  

Secondo le verifiche delle forze dell’ordine, i due si conoscono. La sera del tre settembre si erano incontrati in via Monte Rosa. Da qui una lite degenerata dopo poche battute. Gli investigatori hanno parlato a lungo con i testimoni e con il ventenne in ospedale, per raccogliere i primi elementi. 

I militari dell’Arma hanno visionato le immagini registrate da alcune telecamere di sorveglianza in via Monte Rosa. Fino a chiudere il cerchio e individuare il presunto responsabile dell’aggressione.

Hanno inviato una dettagliata informativa alla procura della Repubblica, che ha emesso il provvedimento cautelare e disposto il collocamento del 15enne in un istituto penitenziario per minori. 

Daniela Di Maggio: “Trent’anni per cambiare la legge sui minori”

Una corsa contro il tempo per modificare la legge per i minorenni. Daniela Di Maggio ha incontrato il sottosegretario Alfredo Mantovano e vuole accelerare: “Serve fare in fretta – racconta al telefono – non c’è da tutelare solo il processo per  chi ha ucciso mio figlio dopo una lite in piazza Municipio. E’ stato perso già molto tempo. Bisogna recuperare trenta anni”.  Intanto Mantovano si è impegnato a nome del governo per trovare una soluzione in tempi brevi. Sullo sfondo la grande manifestazione a Roma lunedì mattina. Il governo adotterà una serie di decreti, che porteranno il nome di Giovanbattista Cutolo (nel riquadro a destra). Sostituiranno la legge attuale sulle pene per i minori. E non solo. “Il governo ha atteso trent’anni per modificare queste leggi. C’è voluto la morte di mio figlio, per cambiare le cose”. Il musicista 24enne è stato ucciso a colpi di pistola in piazza Municipio nella notte del 31 agosto, dopo una discussione per futili motivi. La polizia ha fermato un 17enne dei Quartieri Spagnoli. “I minorenni devono essere giudicati come gli adulti, se commettono crimini gravi – continua Di Maggio – nessuno sconto e la pena dev’essere certa. Gli adolescenti di oggi non sono come quelli di decenni da, quando fu pensata la legge per chi ha meno di 18 anni”. E ancora: “Oggi girano in strada armati di coltelli e pistole”.

Intanto è cominciata la petizione per una legge più dura per i minorenni. Daniela Di Maggio ha avviato una “battaglia per la legalità”. E lunedì alle 14 (subito dopo la manifestazione a Roma) insieme a tre persone ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, quello alla Giustizia Andrea Ostellari e Antonio Sangermano, capo dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità. “Mi hanno promesso che sicuramente la pena per il killer di mio figlio, come per tutti gli altri minori autori di crimini efferati, verrà scontata, e sarà non di quelle che dopo pochi anni te li trovi fuori”.

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