La risoluzione consensuale di Francesco Farina dal Nola ha generato non poco rammarico nel presidente Giuseppe Langella. Il numero uno del club bruniano ha voluto spiegare i motivi della drastica decisione dell’allenatore, attraverso una diretta di 28 minuti sui canali social bianconeri: “Siamo arrivati all’estremo, con una risoluzione che mi rammarica oltre modo. I risultati, infatti, ci tengono vivi su due fronti, sia in campionato che in Coppa Italia Dilettanti. Innanzitutto ci tengo a ringraziare il mister: oltre che è un professionista, è una persona seria ed un grande lavoratore. Il pubblico ha voluto che andasse via dal Nola in modo consensuale, in seguito alla contestazione che c’è stata domenica a Mondragone. Anche io ho accettato tutto quello che c’era da accettare per il termine del rapporto. Io penso che a Nola si vive per distruggere e non per progredire. Mi colpisce ciò, oltre tutto ho fatto seri sacrifici, allestendo una squadra di circa 800mila euro. Purtroppo stamattina dobbiamo re-iniziare da zero dopo sei mesi di lavoro”.
Il massimo dirigente bianconero prosegue: “Oggi il Nola poteva stare al primo posto e non sono d’accordo nel dare la colpa ad una sola persona. Ci sono stati errori arbitrali ed errori dei nostri ragazzi. Noi contiamo sei punti in meno: due con Albanova, due con Afragolese e due con il Castel Volturno, a causa di un disgraziato errore del portiere che non ha colpe perché può capitare a tutti. Due più due più due fa sei punti in meno: con quei sei punti saremmo stati al primo posto. Ora dobbiamo iniziare da zero, il colpo l’abbiamo accusato in questo momento. Non dimentichiamo che la squadra in queste categorie si fa in base all’allenatore che prendi“.
Infine l’affondo conclusivo: “Voglio capire quale sarà il futuro del Nola. Vedo che tutto quello che cerco di costruire viene distrutto. Sono stanco di iniziare un altro ciclo. Se devo lottare da solo, non ho più la voglia: c’è bisogno di remare tutti nella stessa direzione. Come già successo farò altri investimenti nel mercato di dicembre, in cui avvengono molti trasferimenti, ma chiedo alla città di Nola di starci vicino. Solo 107 paganti contro il Gladiator sono troppo pochi. Ed in più c’è la totale assenza degli imprenditori del posto che non coprono neanche il 5% dell’esborso economico. Se i nolani non stanno vicini al Nola, l’era Langella finisce”.