Aerei sui palazzi, il Ministero punge Gesac

NAPOLI – Il Ministero chiede a Gesac verifiche precise sui voli che passano su 1300 palazzi di Napoli. Si attendono risposte. E i cittadini incalzano. “Né i residenti che si sono rivolti al tribunale contro i sorvoli né il comitato vogliono far chiudere Capodichino, ci battiamo per decongestionare l’aeroporto”. Lo dichiara Stefania Cappiello, portavoce del comitato No Fly Zone, riferendosi a quanto fatto intendere dalla Gesac, società di gestione dello scalo, secondo quanto risulta dagli atti depositati per la causa civile intentata da 6 residenti. I cittadini chiedono “la cessazione delle immissioni intollerabili”, mediante “adozione di qualsivoglia misura”. E si potrebbe arrivare anche al “divieto di sorvolo, fino a quando non si saranno adottate misure tecniche”
“Le autorizzazioni ricevute dal gestore – aggiunge la Cappiello – sono state rilasciate in previsione di uno sviluppo del sistema aeroportuale che poi non è stato attivato: Grazzanise è stato eliminato, per Pontecagnano sono stati spesi soldi per decenni e non vola mai niente: prima si diceva che avrebbe aperto nel 2022, poi nel 2023, adesso a luglio 2024. Easyjet dice che Capodichino non le basta più e che servono altri spazi: è quel che diciamo da anni, il problema è che Pontecagnano è insufficiente per motivi strutturali”. Il comitato sostiene la scelta di Grazzanise, rilanciata recentemente dall’azione del sindaco del paese di Mazzoni Enrico Petrella e dal consigliere regionale Alfonso Piscitelli, con l’interessamento del ministro della Difesa Guido Crosetto.
La Gesac avrebbe dichiarato inoltre che l’aeroporto di Capodichino funziona con una valutazione di impatto ambientale approvata, ma in realtà, nota l’esponente del comitato, “il ministero delle Infrastrutture e dei Trasport ha avviato una nuova procedura e chiesto a Gesac ed Enac di fornire rilievi sul rumore prodotto dai sorvoli su 1300 palazzi. Inoltre, abbiamo letto dal verbale della commissione Rumore, incaricata di stabilire le procedure per impattare il meno possibile sull’ambiente, che Capodichino ha un tetto di 84mila voli all’anno, ma nel 2023 siamo arrivati a 90mila”. In uno studio del 2010, la società Nomisma faceva presente che la quota maggiore di crescita di traffico “è prevista per lo scalo di Napoli, per il quale è stimato un aumento di circa 5 milioni di passeggeri nei prossimi 20 anni”.
La capacità massima di Capodichino, precisa ancora la Cappiello, non è quella delle piste: va verificato se il numero di voli sia gestibile a livello ambientale.
Le controparti contestano anche la competenza del tribunale civile in materia, sostenendo che la vertenza riguarderebbe semmai il Tar, ma “i cittadini – conclude la Ruggiero – rivendicano il diritto alla salute, che non può essere certo trattato da un giudice amministrativo”.
Nel contenzioso al tribunale civile sono parti in causa anche l’Unione industriali di Napoli e la Regione, in quanto limitare i voli avrebbe ripercussioni sul tessuto industriale. L’intervento dei due enti non era stato previsto dal comitato, che aveva chiamato in causa solo ministero delle Infrastrutture, Gesac, Enav ed Enac. Gli enti si oppongono quindi alle limitazioni a Capodichino, che dovrebbero corrispondere a un trasferimento di traffico aereo sull’aeroporto di Grazzanise, una volta che sarà riconvertito anche all’uso civile.

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