TEHERAN – Dimostranti chiedono le dimissioni dell’ayatollah Ali Khamenei per l’aereo abbattuto. Sono in corso proteste a Teheran e in altre città in nome della giustizia verso le vittime. Ad ‘alzare la voce’ c’è anche il presidente americano Donald Trump in difesa dei manifestanti: “No ad un altro massacro”.
I manifestanti
Sono soprattutto i giovani universitari di Sharif e Amir Kabir a portare avanti la protesta a Teheran e in altre città iraniane. In molti richiedono la ‘testa’ dell’ayatollah Ali Khamenei: “Comandante in capo, dimettiti” si percepisce chiaramente in un video pubblicato su Twitter con centinaia di persone davanti all’università di Amir Kabir. “C’è molta rabbia – riferiscono alcuni media – molte persone, tra cui i familiari delle vittime, non capiscono perché il governo abbia mentito così a lungo”.
La risposta
Pare che la polizia per contenere la folla abbia utilizzato manganelli e proiettili di vernice e, in alcuni casi, anche minacciato con le armi i manifestanti. Alle proteste hanno aderito pure personaggi della cultura, dello sport e del cinema sulle proprie pagine Twitter e Instagram.
Trump: no a nuovo massacro
“Il governo iraniano – ha scritto su Twitter il presidente americano – deve consentire ai gruppi per i diritti umani di monitorare e riferire fatti reali sulle proteste in corso da parte del popolo iraniano. Non può esserci un altro massacro di manifestanti pacifici, né un’altra chiusura di Internet. Il mondo sta guardando”. Intanto era stato fermato davanti l’università l’ambasciatore britannico in Iran, Rob Macaire, durante le proteste a Teheran sospettato di “istigazione”, poi rilasciato grazie all’intervento di mediazione del ministero degli Esteri iraniano.