CASERTA – La strada per il corso civile-militare dell’aeroporto di Grazzanise non è in discesa. Lo dimostra un decreto firmato a gennaio dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ma emerso solo ora, l’“Atto di indirizzo relativo agli aeroporti militari a doppio uso militare-civile”. Grazzanise figura come “aeroporto militare destinato al ruolo di Main Operating Base ad uso pieno ed esclusivo militare su cui sono svolte le attività fondamentali dell’Aeronautica militare”. Queste strutture “non possono essere riallocate pena il decadimento operativo della funzione assolta”. L’atterraggio e il decollo (ma solo occasionale) di traffico civile può essere autorizzato dal Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare previa verifica da parte di Enac della sussistenza dei requisiti previsti per l’aviazione civile. Insomma, Crosetto, che nell’incontro dell’estate 2023 con il consigliere regionale Alfonso Piscitelli e il sindaco di Grazzanise Enrico Petrella avrebbe manifestato disponibilità al couso, al momento non dà seguito concretamente alle sue parole. Il sindaco Petrella mostra comunque ottimismo, dichiarando che il decreto è “modificabile con volontà del ministero”. Dello stesso avviso il deputato di Fratelli d’Italia Gimmi Cangiano: “Finché non si convincerà l’aeronautica, non cambierà nulla. C’è tuttora la possibilità di inserire Grazzanise nel Piano nazionale degli aeroporti: i piani si possono modificare e non c’è nessun nuovo ostacolo”. Fatto sta che le speranze ravvivate due anni fa dall’incontro con il ministro restano sulla carta. Del resto, martedì, da queste pagine, il sindaco di Cancello Arnone Raffaele Ambrosca aveva fatto presente che, vista la contrarietà dell’Aeronautica al couso, bisogna pensare a costruire un nuovo aeroporto nella zona di Grazzanise, cercando finanziatori con un bando internazionale.
E recentemente il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha manifestato interesse (dopo anni di indifferenza e di endorsement a favore del suo amato scalo di Pontecagnano) sul progetto dell’aeroporto di Grazzanise. Il governatore ha inviato una nota al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, chiedendo l’attivazione di un tavolo tecnico congiunto, finalizzato alla valutazione dell’inserimento dell’aeroporto di Grazzanise, “attualmente utilizzato esclusivamente per il traffico aeroportuale militare, quale aeroporto cargo nel Piano Nazionale degli Aeroporti che redige Enac, e che rappresenta un capitolo del più ampio Piano generale dei Trasporti e della Logistica di competenza governativa”. Secondo il governatore, “l’aeroporto di Grazzanise autorizzato al traffico civile dal 2004, potrebbe infatti rappresentare, se dedicato al traffico di merci, il giusto completamento del sistema aeroportuale campano”.
Un interessamento – verosimilmente influenzato dall’avvicinarsi delle elezioni regionali – anticipato qualche giorno prima a “Cronache” dal presidente della commissione Trasporti del consiglio regionale Luca Cascone. Il consigliere aveva ricordato che è il Governo a dover scegliere se inserire Grazzanise nel Piano degli aeroporti per il finanziamento, la realizzazione e l’affidamento della gestione. In quella occasione Cascone non aveva escluso che la Regione, in caso di responso positivo da Roma, possa stanziare un contributo, come è successo per Capodichino e per Pontecagnano. La Regione ha finora stanziato solo 100mila euro per uno studio di fattibilità affidato alla società Acamir e da essa all’università Federico II. Lo studio è stato consegnato alla Regione dai due docenti incaricati fra la fine del 2024 e l’inizio di quest’anno.
Il comitato civico: così si penalizza l’export
Il progetto di aprire Grazzanise al traffico merci rendendolo un aeroporto cargo segna il passo e il Sud perde le opportunità commerciali, secondo quanto nota Stefania Cappiello, portavoce del comitato civico “No Fly Zone” che si oppone ai sorvoli indiscriminati sulle zone abitate e suggerisce da anni la soluzione di Grazzanise per decongestionare il traffico aereo di Capodichino. “Oggi – dice Cappiello – i notiziari nazionali parlano del boom di esportazioni dei prodotti del Sud Italia e la Campania non fa certo eccezione. Stiamo quindi esportando, ma con costi maggiori, proprio per la mancanza di aeroporti cargo. I nostri politici locali sono carenti, non si rendono conto di come possono aiutare l’economia delle nostre regioni”. Sulle contrarietà al couso civile-militare dettate da motivi strategici, Cappiello ricorda che “il lato tirrenico non è interessato alla difesa, l’eventualità di utilizzare aeroporto militari riguarda il lato adriatico dell’Italia”.
Intanto, il trasporto aereo in Campania va avanti con Capodichino, ormai oltre il limite di capienza, e con lo scalo di Pontecagnano che si sta avviando con difficoltà e con qualche rinuncia a rote da pare delle compagnie aeree low cost (che dovrebbero essere il core business dello scalo).
Il comitato No Fly Zone ha notato che l’aeroporto salernitano non si può ampliare e che la stessa difficoltà sussiste per la pista di Capodichino. Inoltre, i cittadini stanno chiedendo spiegazioni sul transito frequente di voli intercontinentali sullo scalo di Napoli. Oltretutto “la pista di rullaggio non è parallela quindi ci chiediamo come possano essere arrivate delle autorizzazioni per consentire 6 movimenti al giorno di aerei intercontinentali”, secondo quanto ha notato nei giorni scorsi la Cappiello.
Il comitato vorrebbe che il traffico passeggeri fosse spostato su Grazzanise, ma anche attivare solo i voli merci sullo scalo casertano sarebbe un buon risultato.
Nei mesi scorsi la Regione si è contrapposta al comitato nella vertenza contro i sorvoli intentata insieme ad Assoutenti davanti al tribunale civile di Napoli. Alla fine il giudice ha dichiarato che la competenza su questo contenzioso è del tribunale amministrativo, davanti al quale sarà presentato un nuovo ricorso. E’ stata quindi ritenuta fondata l’eccezione di difetto di giurisdizione sollevata dalla Gesac (società che gestisce lo scalo di Capodichino).
© RIPRODUZIONE RISERVATA