CASERTA – Per la prima volta da quando è iniziata la campagna elettorale per la Regione Campania qualcuno affronta pubblicamente il tema
dell’aeroporto di Grazzanise. Un tema tanto strategico quanto dimenticato, nonostante rappresenti — da decenni — una delle opere più necessarie per lo sviluppo infrastrutturale e turistico del Mezzogiorno. Lo ha fatto Edmondo Cirielli, candidato del centrodestra. “Rimettere al centro dello sviluppo della Campania l’aeroporto di Grazzanise e realizzare un sistema aeroportuale integrato. È tra le priorità del nostro piano di rilancio e sviluppo di tutte le aree della nostra regione. Un progetto condiviso a 360 gradi con Matteo Salvini che domenica da Napoli ha ricordato il programma infrastrutturale strategico per trasformare la Campania in un modello per la crescita del Mezzogiorno” ha dichiarato Cirielli, candidato alla presidenza per il centrodestra.
Dichiarazioni da prendere con le pinze, certo: siamo pur sempre in piena campagna elettorale, quando le promesse di rinascita volano più in alto degli aerei. Ma almeno, stavolta, qualcuno ha avuto il coraggio di parlarne. E ancora: “È grazie all’impegno del Governo Meloni che nel 2025 Grazzanise è entrato a pieno titolo nel Pna (Piano Aero- portuale Nazionale), specificandone l’utilizzo duale, civile e militare, approvato dal Ministero della Difesa, mentre la Regione di Pd e 5 Stelle non ha fatto niente. Quello di Grazzanise rappresenta non soltanto una soluzione a lungo termine per alleggerire il traffico aereo di Capodichino, ma una straordinaria opportunità per costruire un sistema di infrastrutture e collegare l’aeroporto della provincia di Caserta con la stazione Alta Velocità di Napoli-Afragola. L’obiettivo è realizzare un sistema aereo che si basi su tre aeroporti — Grazzanise, Salerno Costa d’Amalfi Cilento e Napoli — che consenta di decongestionare Capodichino, che oggi gestisce un flusso di turisti e passeggeri in aumento”, ha concluso il vice- ministro degli Esteri.
Parole condivisibili, e da incidere sul marmo se solo fossero seguite da un piano concreto. Per ora restano buone intenzioni elettorali, ma in una campagna fatta di slogan e veleni, è già qualcosa che un candidato abbia pronunciato la parola “infrastrutture” senza subito aggiungere “fondi europei” o “transizione green”. E gli altri candidati? A loro non interessa il tema? La posizione del centrosinistra è ben nota. Basti ricordare la scelta del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, main sponsor del candidato Roberto Fico, che è arrivato addirittura a costituirsi in una causa civile contro i cittadini che lamentano l’inquinamento acustico e i disagi provocati dal traffico di Capodichino, pur di difendere la Gesac, la società che gestisce lo scalo partenopeo. Gesac che oggi, di fatto, monopolizza il sistema aeroportuale campano, gestendo Napoli e
Salerno: il primo allo stremo, incastrato nel cuore della città, ormai saturo e inadeguato; il secondo con appena quattro tratte operative per tutto l’inverno, più simboliche che funzionali.
Eppure, ogni volta che si parla di Grazzanise, il discorso finisce lì: Gesac non vuole un terzo scalo, perché sa che non potrebbe gestirlo. Non ha la forza economica, né l’interesse. E la Regione, da parte sua, continua a fare finta di nulla, come se la Campania potesse permettersi di sopravvivere con due aeroporti di cui uno a mezzo servizio, mentre la Lombardia ne conta tredici. E poi si parla di “sviluppo del Sud”. Un Sud senza infrastrutture, senza visione e senza voce. Ecco perché le parole di Cirielli — pur dette in piena campagna elettorale — meritano almeno di essere registrate. Non perché siano una promessa credibile, ma perché riaccendono una discussione che gli altri candidati hanno accuratamente evitato. Ben venga dunque il risveglio tardivo sul tema di Grazzanise. Ma, come sempre, il problema non è quello che si dice in campagna elettorale: è quello che non si fa dopo.



















