Un’infrastruttura già esistente, da riadattare con una spesa neanche troppo esosa. Un’infrastruttura che non si sovrappone ad altre, perché mezza Italia, quella meridionale, ne è sprovvista. Un’infrastruttura che porterebbe solo benefici e ricchezza, contro la quale mai si è levata una voce contraria, anzi: attesa, auspicata, desiderata. Eppure, da 40 anni, l’aeroporto civile di Grazzanise pare la nuova Atlantide. Sommerso dalle chiacchiere e introvabile nelle agende dei politici.
Perché, a monte di tutto, una cosa va detta: su Grazzanise sono state condotte le migliori campagne elettorali, versati fiumi di inchiostro e sprecate chiacchiere, seconde forse solo al Ponte sullo Stretto, ma un impegno serio non è stato mai preso. Mai concretamente, almeno. A voler essere buoni, per ignoranza: evidentemente ci sono toccati in sorte politici che non hanno mai compreso il reale potenziale di un’opera simile, che quindi alla prima difficoltà si sono arresi e hanno voltato la faccia dall’altra parte facendo spallucce.
Diversamente, dovremmo pensare che non sono ignoranti, ma complici di chi non vuole che il Sud abbia lo sviluppo che merita. Complici dei grandi gruppi economici che stanno attenti a non far ‘scendere’ la ricchezza oltre Roma. Complici di chi al Sud continua a dare contentini – una fabbrichetta qui, un consorzio lì – ma giusto per reclutare forza lavoro, mica per creare centri decisionali. Per prendere ordini, non per dettare la linea. Quello si fa a Milano, Torino, Genova.
Pensiamo alle merci, che poi sono ‘il campo’ nel quale Grazzanise troverebbe la sua realizzazione più immediata. Oggi una nave container che arriva dal Mediterraneo, che deve mandare la sua merce nel Nord Europa, deve fermarsi a Genova. Mettere il suo carico sui tir e arrivare a Malpensa per spedirlo. Napoli non viene neanche sfiorata, altro che porta del Mediterraneo (e infatti gli armatori napoletani hanno fatto fortuna a Genova, mica a casa loro).
Con l’hub commerciale a Grazzanise, invece, le navi provenienti da Sud, dal canale di Suez, avrebbero meno percorso da fare (e il mare ringrazierebbe), si fermerebbero a Napoli e imbarcherebbero le merci a Grazzanise, con un risparmio notevole. Per non parlare delle aziende specializzate in logistica che, non a caso, non aspettano altro. L’intervista rilasciata qualche tempo fa da Castrese Catone dell’omonimo gruppo a ‘Cronache’ la dice lunga sulla necessità di un’opera del genere. E invece siamo da capo a dodici. Con l’aggravante che stavolta neanche la campagna elettorale è servita a destare dal sonno i nostri rappresentanti istituzionali o aspiranti tali.