TORINO – Continua il ponte aereo fra l’Afghanistan e l’Italia. Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa, da giugno scorso, quando con l’operazione Aquila 1 furono portati nel nostro Paese 228 afghani, sono oltre 1.500 i cittadini tratti in salvo, circa 1.000 quelli già giunti in Italia negli ultimi 5 giorni e altri presso l’aeroporto di Kabul in attesa di partire. “Giorni senza sosta per le forze armate che stanno garantendo un’importante operazione umanitaria. Un lavoro di squadra grazie alla collaborazione di ministero della Difesa, Esteri, Interni e servizi di informazione”, commenta in una nota il ministro Lorenzo Guerini.
Questa mattina è atterrato a Fiumicino un KC 767 dell’Aeronautica militare con a bordo 195 persone che erano state evacuate da Kabul la scorsa notte con due C 130J. Nella giornata di oggi ulteriori 3 C130 hanno raggiunto Kabul per evacuare altri cittadini afghani. La Difesa ha messo in campo per l’operazione Aquila Omnia, pianificata e diretta dal COVI-Comando operativo di vertice interforze, comandato dal generale Luciano Portolano, 8 aerei, 4 KC767 che si alternano tra l’area di operazione e l’Italia e 4 C130J, questi ultimi dislocati in Kuwait, da cui parte il ponte aereo per Kabul.
Sono oltre 1.500 i militari italiani del COVI impegnati nella complessa operazione per il ponte aereo Roma-Kabul. Ed è di uno di loro la testimonianza secondo cui, a bordo del suo velivolo, si trovavano 100 passeggeri. “Molte famiglie, molte donne, molti bambini – racconta -. Nei loro occhi abbiamo visto la disperazione di lasciare le proprie case e il loro Paese, ma sicuramente comprendono l’opportunità che gli viene fornita dall’Italia di trovare un futuro migliore e di trovare attraverso questo trasporto un nuovo inizio. Negli occhi dei bambini abbiamo visto le difficoltà maggiori, ci sono risultati i più spaesati. Nel nostro piccolo abbiamo cercato, fornendo piccoli dolci, caramelle e giochi, di alleviare le loro sofferenze e abbiamo riconosciuto una felicità nel ricevere questi piccoli gesti”. “L’impiego che stiamo sostenendo dal 15 agosto, quando è iniziato il ponte aereo da Kabul all’Italia, è oneroso, per noi e per tutto il personale interessato. Ma questo ci dà la forza per andare avanti e per completare la missione che ci è stata assegnata. Sicuramente non lasceremo nessuno indietro, porteremo tutto il personale in Italia e daremo loro la speranza di un futuro migliore”, conclude il pilota in rientro dal Kuwait.
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