Afghanistan, Di Maio: “Non siamo stati nel Paese invano”

"A tempo debito, non potremo e non dovremo esimerci - come Occidente, come Europa, come Nato - da una riflessione approfondita sulle lezioni da apprendere. Una riflessione che deve partire dal riconoscimento obiettivo delle nostre responsabilità, ma anche dalla consapevolezza di non essere stati in Afghanistan invano".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “A tempo debito, non potremo e non dovremo esimerci – come Occidente, come Europa, come Nato – da una riflessione approfondita sulle lezioni da apprendere. Una riflessione che deve partire dal riconoscimento obiettivo delle nostre responsabilità, ma anche dalla consapevolezza di non essere stati in Afghanistan invano”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in audizione alle Commissioni riunite Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato. “La fragilità delle istituzioni afghane, la liquefazione istantanea delle forze armate locali, l’inaffidabilità delle previsioni sulla loro tenuta sono sotto gli occhi di tutti. Ma è anche vero che in questi 20 anni abbiamo contribuito a mantenere la stabilità regionale, contrastare il terrorismo, favorire più istruzione, diritti e libertà per il popolo afghano”, ha aggiunto Di Maio. “Spero che il Parlamento possa rispondere concretamente a questa immane tragedia” in Afghanistan “approvando l’aumento delle risorse della cooperazione allo sviluppo”.  “L’Italia deve essere orgogliosa dell’operato dei suoi diplomatici, militari e cooperanti. Servitori dello Stato e del bene comune che hanno aiutato il popolo afghano in questi venti anni e che in queste ore stanno continuando a dare il massimo a Kabul, nonostante condizioni drammatiche”. “Nella visione italiana, l’approccio della comunità internazionale, a cominciare dall’Europa, dovrebbe articolarsi attorno a cinque priorità: protezione dei civili; tutela dei diritti umani; gestione dell’impatto migratorio; accesso umanitario; contrasto al terrorismo. La priorità più urgente è quella di realizzare il maggior numero possibile di evacuazioni e proteggere i civili”. 

LaPresse

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