“Se continuiamo così, finiremo per chiudere il pronto soccorso perché rimarremo senza medici, infermieri e operatori sanitari”. Questo è l’allarme lanciato dal direttore generale del Policlinico Riuniti di Foggia, Giuseppe Pasqualone, durante la conferenza stampa convocata a seguito di un preoccupante aumento delle aggressioni ai danni del personale sanitario. Nel giro di pochi giorni, si sono registrati tre episodi di violenza, una situazione che ha acceso i riflettori sulle condizioni di lavoro all’interno della struttura ospedaliera.
Pasqualone ha sottolineato come il pronto soccorso sia già fortemente sotto pressione. Con un organico dimezzato e difficoltà a reclutare nuovi medici, le condizioni di lavoro per chi è in prima linea sono diventate insostenibili. “In pronto soccorso si lavora in condizioni difficili”, ha spiegato il direttore, evidenziando come la carenza di personale e l’afflusso di pazienti rendano il contesto ancora più critico.
L’appello di Pasqualone è chiaro: rispetto per il personale sanitario. Nonostante le difficoltà, i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari del Policlinico di Foggia continuano a svolgere un lavoro encomiabile, tanto che i dati nazionali collocano la struttura tra le migliori in Italia. “Il personale è bravo, e lo dicono i dati”, ha ribadito il direttore, invitando la cittadinanza a comprendere le difficoltà del momento e a collaborare con pazienza.
Uno dei nodi principali rimane il lungo tempo di attesa per i pazienti che arrivano al pronto soccorso in condizioni non gravi. La carenza di personale e l’elevato numero di accessi obbligano spesso a far attendere chi non ha urgenze immediatamente critiche. Tuttavia, queste attese non possono giustificare episodi di violenza o maltrattamenti nei confronti di chi lavora in condizioni già estreme.