Agricoltori strozzati dalla crisi. Trattori in corteo e presidio sull’A1

CASERTA – Agricoltori in piazza oggi per protestare contro la crisi del settore. Dalla riunione organizzativa proposta da Altragricoltura Campania Nord e tenuta nella sede di Cancello e Arnone mercoledì sera con allevatori, artigiani, agricoltori dell’area è emersa la decisione di scendere in campo con una manifestazione. La prima iniziativa si terrà nel Casertano con un primo presidio ad oltranza a ridosso del casello autostradale di Santa Maria Capua Vetere nella mattina di domani e un corteo di trattori ed altri mezzi di lavoro che partirà dallo stadio di Casal di Principe intorno alle 9.30.

Al corteo è prevista la partecipazione, oltre che degli allevatori, dei frutticultori, dei cerealicoltori, dei contoterzisti, dei trasformatori artigianali e di una delegazione di pescatori.

Al prefetto di Caserta ed al Governo nazionale sono state già avanzate richieste di incontro per presentare un documento di proposte che sarà illustrato domani al termine del corteo di trattori alle 12 nel presidio al casello di Santa Maria Capua Vetere da Adriano Noviello e dai tanti altri giovani che saranno in campo.

“Le ragioni principali della protesta degli allevatori – osserva l’europarlamentare Piernicola Pedicini – sono da ricondurre al caro prezzi dell’energia ed agli aumenti dei costi di produzione e di vendita che li esclude dalla competizione del mercato. Per questa ragione, è curioso vedere le forze di governo al fianco della protesta, dopo aver provocato la crisi inflattiva grazie al sostegno dato alla guerra in Ucraina e a quella in Palestina”.

La crisi, nota Altragricoltura, è di livello internazionale, ma ha radici in Italia: “Le scelte di politica agricola assunte negli ultimi 40 anni in Europa con l’avallo e la cogestione dei Governi nazionali italiani che si sono succeduti. Scelte contro cui fin dall’inizio della sua attività (nella seconda metà degli anni ’90), Altragricoltura si è battuta denunciando il rischio più grande: che l’Italia, un grande Paese dalla tradizione contadina e con un enorme patrimonio agroalimentare fondato sul lavoro della terra e nel mare e sulla grande diversità dei suo sistemi culturali e ambientali potesse trasformarsi in una piattaforma commerciale speculativa in cui il Made in Italy si trasforma nell’occasione di business per la speculazione finanziaria”.

Oggi, nota il sodalizio, “nei brand commerciali dei tanto decantati prodotti del made in italy c’è sempre meno il frutto del lavoro dei nostri contadini, allevatori, pescatori e trasformatori artigianali ridotti ad essere “cottimisti e conferitori” per multinazionali, commercianti e speculatori senza scrupoli”.

L’associazione parla di un “furto sulla pelle del lavoro (delle imprese e dei lavoratori)” che viene “pagato dai cittadini e dalle comunità ed è il prodotto di un sistema complesso di fattori in cui le scelte di politica agricola sono state determinanti. Scelte in cui la classe dirigente italiana (di tutti gli orientamenti politici) è stata fortemente responsabile nascondendosi sia dietro la facile coperta delle Organizzazioni Professionali che usando l’alibi dell’Europa”.

Gli agricoltori “scendono in strada semplicemente perché non hanno alternative. La politica farebbe bene a prendere atto della crisi ed a smettere di nascondersi dietro alle colpevoli dichiarazioni di Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri (le 4 organizzazioni che finora hanno contribuito alla crisi). E’ evidente che queste sigle negano la crisi: se la dovessero riconoscere dovrebbero ammettere il proprio fallimento. Agli agricoltori ed ai giovani le istituzioni devono garantire il primo degli obiettivi necessari: una Riforma dell’Agroalimentare italiano che rimetta al centro la dignità del lavoro della terra, la funzione dell’impresa e del lavoro contro il processo che finora ha lentamente ma duramente continuato a svuotare di senso la funzione degli agricoltori, dei lavoratori agricoli, dei pescatori e degli artigiani trasformatori”.
“Per questo e in nome del lungo percorso di resistenza fin qui messo in campo con sacrificio e coerenza e della proposta della Sovranità Alimentare a fondamento delle richieste del vasto movimento per la conversione agroecologica in campo da tempo, noi non possiamo che essere a fianco e dentro le mobilitazioni di questi giorni” nota ancora il sodalizio.

Nelle prossime ore Altragricoltura ed altre associazioni di tutte le Regioni si incontreranno per lavorare ad una sintesi degli obiettivi e delle proposte e per costruire un’iniziativa comune a sostegno degli agricoltori che si stanno ribellando alla crisi.
Nel frattempo sono in corso incontri e riunioni per confrontare le proposte con le altre realtà sociali in mobilitazione con una sola discriminante: “No all’ammuina inconcludente modello forconi”.

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