Agrigento (LaPresse) – Svolta nelle indagini dopo una rapina avvenuta nei giorni scorsi a Naro, piccolo centro tra Agrigento e Licata. Messo alle strette dai carabinieri, un 40enne narese, ma catanese d’adozione, ha ammesso le proprie responsabilità.
Due uomini, nascosti da cappellini e occhiali da sole, avevano fatto irruzione in una gioielleria in pieno centro. Attimi di terrore ha vissuto la proprietaria, la quale, tuttavia, era riuscita a reagire. Dando un morso sul braccio di uno dei malviventi, il quale, per tutta risposta, l’aveva violentemente colpita al volto con un pugno, procurandole vistose ferite. Duemila euro il bottino del colpo, tra oro e preziosi. Poi la fuga a piedi.
L’identità del malvivente è stata scoperta a seguito di una indagine certosina
I carabinieri della compagnia di Licata e di Naro, in provincia di Agrigento, dopo aver soccorso la vittima, hanno sin da subito fatto un sopralluogo sulla scena della rapine, con gli specialisti di investigazioni scientifiche. Dopo aver ricostruito i pezzi di questo puzzle, in particolare attraverso un identikit realizzato grazie alle testimonianze acquisite e mediante la visione delle telecamere del paese, i sospetti si sono alla fine incentrati su un 40enne, originario di Naro ma residente da tempo a Catania.
I militari dell’Arma di Licata, supportati dai colleghi del capoluogo etneo, lo hanno dunque rintracciato nel quartiere ‘Librino’. Dopo che gli inquirenti gli hanno fatto notare il morso sul suo braccio, l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità per la rapina nella gioielleria di Naro. A quel punto, i carabinieri hanno subito fatto scattare le manette ai suoi polsi con l’accusa di rapina aggravata. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, lo hanno ristretto agli arresti domiciliari. Le indagini proseguono per identificare il complice.