ROMA (LaPresse) – Tra gli studenti mancano ancora cultura e conoscenza dell’aids. È quanto emerge da un rapporto dell’Anlaids svolto, a livello nazionale, su un campione di circa 14mila ragazzi interrogati dal 2013. E che ha permesso di verificare la consapevolezza su hiv e aids. Ma anche abitudini ed esigenze in ambito sessuale, uso del preservativo, conoscenza delle altre malattie sessualmente trasmissibili.
Aids, i dati rilevati dal sondaggio
Il sondaggio è stato anche uno strumento per individuare differenze tra generi, età, tipologie di scuola, famiglie italiane e straniere. Sono stati somministrati dei questionari con domande a risposta multipla a studenti prevalentemente del terzo anno della scuola media superiore.
“Tra i dati emersi, per esempio” sottolinea Bruno Marchini, presidente Anlaids “si è visto che nei giovani che provengono da famiglie praticanti la religione ricorrono maggiori difficoltà ad affrontare tematiche legate alla sessualità e agli strumenti di prevenzione. In particolare, in una gran parte degli intervistati resistono forti sacche di stigmatizzazione e di completa disinformazione. C’è ancora chi crede che l’infezione possa essere trasmessa da insetti. Mentre molti tendono a confondere strumenti di prevenzione con anticoncezionali. Per cui si ritiene che con la pillola, ad esempio, si possa evitare l’acquisizione di infezioni trasmesse sessualmente”.
L’importanza della prevenzione
I dati dei questionari che Anlaids ha proposto nelle scuole superiori come pre-test in occasione di interventi di prevenzione e che a partire dall’anno scolastico 2013-2014 hanno coinvolto 13.905 studenti delle provincie di Milano, Monza/Brianza, Mantova, Roma e Latina, hanno evidenziato alcune importanti lacune conoscitive, specie nei più giovani, nei ragazzi che frequentano gli istituti tecnici rispetto ai liceali, nei figli di genitori stranieri.
L’81% di chi riferisce di avere avuto rapporti completi afferma di aver usato il preservativo. Ma solo il 58% di non associare alcun problema all’uso dello stesso. Le fonti di informazione da cui i ragazzi affermano di avere avuto o di aspettarsi informazione su hiv o sulle infezioni sessualmente trasmesse sono la scuola (67%) o la televisione (63%). La famiglia (37%) e ‘Internet’ (35%) sono solo al terzo e quarto posto. Ultimi i giornali (22%) e gli amici (15%). I maschi, in particolare, sembrano parlarne meno in famiglia.
Diffondere la cultura della prevenzione tra i giovani
“Questo è un quadro generale che indica come ci sia ancora molto da fare per la diffusione di una cultura della prevenzione e della responsabilità tra i ragazzi, specie in situazioni di particolare difficoltà” afferma Massimo Galli, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, Consigliere Nazionale Anlaids.
A scarseggiare è la conoscenza
“È importante preparare i giovani, attraverso la conoscenza delle cose, a gestire responsabilmente se stessi e la propria sessualità e a proteggere se stessi e gli altri. Un percorso che porta a rifiutare spontaneamente lo stigma nei confronti di persone e malattie che è principalmente figlio dell’ignoranza”.
Interessante infine il dato emerso dall’indagine di Anlaids che conferma che la precocità del debutto sessuale si associa ad altri comportamenti considerati ‘da adulti’, come il fumo o il consumo frequente di alcol.