Ginevra (Svizzera), 15 mag. (LaPresse/AFP) – Le sovvenzioni nei confronti del colosso europeo Airbus sono illegittimi.
Lo ha confermato l’Organizzazione mondiale del commercio, dando ragione agli Stati Uniti e al suo gigante nazionale dell’aviazione, Boeing, bocciando il ricorso dell’Unione europeo.
La sentenza dell’organo di appello per la risoluzione delle controversie del Wto non è soggetta a ulteriore appello e apre la strada a possibili richieste di miliardi di dollari in tariffe di ritorsione dagli Stati Uniti contro i prodotti Airbus.
Secondo il Wto, l’Ue avrebbe dovuto bloccare le sovvenzioni illegali ad Airbus. La decisione segna una pietra miliare per una controversia che si trascina da oltre un decennio. Boeing ha dichiarato che con la vittoria giudiziaria, per conto dell’ufficio commerciale degli Stati Uniti, l’Ue potrebbe vedersi schiaffeggiare con “la più grande autorizzazione del Wto sulle tariffe di ritorsione”.
In una nota, la società con sede a Chicago ha detto che le sanzioni potrebbero ammontare a 22 miliardi di dollari (18,6 miliardi di euro), equivalenti all’importo delle sovvenzioni illegali che Airbus ha ricevuto dall’Ue, secondo il conteggio di Boeing. “La sentenza finale di oggi manda un chiaro messaggio: il non rispetto delle regole e le sovvenzioni illegali non sono tollerate”, ha dichiarato ancora il costruttore di aerei statunitense. Ora gli Stati Uniti devono chiedere al Wto di approvare ritorsioni specifiche contro i prodotti dell’Ue, ma Bruxelles potrà contestare di nuovo questa decisione.
La commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmstroem, ha sottolineato che la sentenza ha respinto diverse richieste degli Stati Uniti in merito al danno subito dalla Boeing, precisando che questo potrebbe influire sul livello di ritorsione contro l’Ue che sarà deciso dall’Organizzazione mondiale del commercio.
“L’Ue ora intraprenderà azioni tempestive per adeguarsi alle regole del Wto per quanto riguarda i suoi obblighi residui”, recita un comunicato di Bruxelles. La disputa originaria risale al 2004, quando gli Stati Uniti hanno sostenuto che il sostegno offerto ad Airbus dall’Unione europea e dai governi di Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna violavano le regole del Wto.