dal nostro inviato Vittorio Oreggia
JAKARTA (INDONESIA) (LaPresse) – I Giochi asiatici, cioè le olimpiadi di questa parte di mondo riverente e umidiccia, sono cominciati con la cerimonia di apertura al Main Stadium. Stadio di Gelora Bung Karno Senayan, poco distante dai grattacieli del distretto finanziario. Cinquantacinque milioni di dollari sono stati spesi dal comitato organizzatore, presieduto dall’ex presidente interista Erick Thohir. Ciò, per allestire uno spettacolo all’altezza delle aspettative, tra coreografie mozzafiato e misure di sicurezza davvero straordinarie. L’ultima è stata una espressa richiesta della delegazione giapponese: riconoscimento facciale ‘random’ degli spettatori. Un volto risulta poco affidabile? Bene: fotografia scattata attraverso un sistema di telecamere nascoste e immediato riscontro con un database internazionale che raccoglie i connotati di terroristi.
Nulla è stato lasciato al caso, a Jakarta
Una macchina perfetta per dare lustro a un Paese appesa violentato dal terremoto e destinato a crescere in maniera esponenziale. Basta contare i cantieri aperti nella capitale e i grattacieli che crescono qua e là in mezzo a una natura ancora molto selvaggia. Asian Games significa popolarità, gli occhi di mezzo pianeta puntati addosso, un discreto giro di affari. Qui Corea del Nord e del Sud hanno sfilato sotto la stessa bandiera: blu con un’immagine della penisola coreana al centro; le coree unite hanno preso la prima batosta nel basket femminile, sconfitte da Taipei nella gara di qualificazione; qui ci si batterà – in senso sportivo – fino al prossimo due settembre.
Asian Games significa contrasti spinti sotto un cielo perennemente grigiastro. Ad esempio, il colosso cinese contrapposto il piccolo Bhutan, regno buddista sull’Himalaya con poco più di 800mila abitanti, che in Indonesia ha portato una ventina di atleti per tiro con l’arco, taekwondo, boxe e golf, sulla carta 18 uomini e 6 donne. Oppure l’introduzione dei videogames non come svago ma come sport, per adesso dimostrativo, con affaccio magari sui giochi del 2024. Lo ha deciso l’OCA – grazie al partenariato con Alisports – di dare spazio agli eSports o sport elettronici. Insomma c’è chi correrà i 42 chilometri della maratona e chi smanetterà con un joystick per vincere una partita di Clash Royale. Storie molto asiatiche, in effetti.