NAPOLI – Volge al termine uno dei processi più delicati e controversi degli ultimi anni. E’ fissata per il 10 giugno l’ultima udienza davanti alla Corte d’Assise di Pisa per l’omicidio di Elson Kalaveri (nella foto a sinistra), ucciso a Sasso Pisano il 18 agosto 2022. Sul banco degli imputati ci sono Giovanni Capone, Valentino Tarallo, Ivan Tolomello e due cittadini di nazionalità albanese. Capone e Tarallo sono originari di Napoli.
Nel corso dell’udienza del 14 maggio scorso, si sono tenute le arringhe difensive, tra cui quelle degli avvocati Lucio Coppola e Dario Carmine Procentese, legali di Giovanni Capone, e degli avvocati Francesco Liguori e Domenico Smarrazzo, difensori di Valentino Tarallo. Le difese hanno fortemente criticato l’impianto accusatorio, sottolineando come il procedimento sia nato e si sia sviluppato come un processo meramente indiziario, privo – secondo loro – di prove certe e dirette sulla responsabilità degli imputati.
Un punto cruciale è la contestazione del movente individuato dalla pubblica accusa, rappresentata dal Pubblico Ministero. Secondo l’accusa, l’omicidio di Elson Kalaveri sarebbe stato motivato dal Kanun, antico codice consuetudinario albanese che prescrive la vendetta per l’uccisione di un familiare. Una ricostruzione che gli avvocati hanno definito debole, ricordando che Kalaveri era coinvolto in numerosi delitti in Albania, ed era sfuggito a un agguato anche in Spagna, dove viveva la sua famiglia. A ciò si aggiunge il suo presunto coinvolgimento in traffici di droga e prostituzione, circostanze che – secondo le difese – aprirebbero a molti altri possibili moventi e nemici, rendendo poco credibile la tesi della vendetta familiare come unico movente.
Altro elemento sollevato è la perizia antropometrica effettuata dal consulente tecnico della difesa, Granata, che ha evidenziato come le caratteristiche fisiche degli occupanti della Lancia Y vista sul luogo del delitto non coincidano con quelle di Giovanni Capone e Valentino Tarallo. Infine, permane incertezza anche sul numero effettivo dei componenti del commando. L’accusa parla di due persone, alcuni testimoni oculari avrebbero riferito la presenza di tre individui.