ROMA – Quando il gioco si fa duro, scende in campo Mario Draghi. La partita in questione riguarda il dossier Alitalia, con il decollo di Ita bloccato da mesi dall’autorizzazione della Commissione europea. Le trattative, però, continuano ad essere difficili e il premier decide di usare parole chiarissime: “Non possiamo accettare asimmetrie ingiustificate, vedremo se ci sono ragioni per trattare in modo differenziato Air France e Alitalia. Ma non accetteremo discriminazioni arbitrarie”. Tradotto: bene condizioni rigide, ok alla richiesta di discontinuità, ma si deve trattare in modo equo l’Italia, visto che altre compagnie (un nome su tutti Lufthansa) hanno avuto disco verde per iniezioni di liquidità parastatali da quasi 9 miliardi.
Draghi aveva convocato una riunione con i ministri competenti sul dossier domenica 28 febbraio, poi aveva lasciato spazio a Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) e Enrico Giovannini(Infrastrutture e della Mobilita’ sostenibili). Il negoziato con la Commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, per loro proseguirà ancora, ma il premier sa che il tempo stringe: “Il punto è creare una società nuova che parta immediatamente, se perdiamo la stagione estiva non siamo messi bene”.
Il paletto dell’esecutivo è già stato chiarito dal Mise più di una volta: Ita deve reggersi da sola senza sussidi, deve poter volare con “le proprie ali”. “In queste ore sono in corso ulteriori interlocuzioni e valuteremo il modo migliore per assicurare un vettore solido e con prospettive economiche buone, un vettore che sia in grado di fare alleanze”, ha assicurato Giovannini, mentre durante il question time Giorgetti ha negato che finora ci sia stato un “atteggiamento discriminatorio” da parte dell’Europa, confermando come il negoziato “non sia il frutto di una libera scelta, ma imposto dalla legge nazionale che ha previsto la costituzione di Ita”.
Per partire è una corsa contro il tempo
Alitalia dovrà cambiare il nome, forse il logo e quasi la metà degli slot di Milano Linate dovranno essere venduti a concorrenti come Ryanair, Lufthansa ed easyJet. Rimane il tema dei lotti di manutenzione ed handling, che devono essere messi a gara e che Ita potrà rilevare solo per una quota di minoranza. I lavoratori in ansia hanno organizzato oggi un presidio davanti il Comune di Fiumicino in concomitanza con il consiglio comunale straordinario dedicato proprio ad Alitalia, mentre la Uiltrasporti si oppone all’ipotesi di miniflotta e chiede all’esecutivo un tavolo interministeriale immediato.(LaPresse)