ROMA – Delta Air Lines è disponibile a entrare nel capitale di Alitalia, insieme al gruppo Air France-Klm, con una quota del 40 per cento. L’indiscrezione la riporta oggi il ‘Sole24Ore’, che cita fonti autorevoli. La compagnia americana e quella francese avrebbero espresso una disponibilità a investire con una quota del 20% ciascuna nella ‘newco’ Alitalia.
Alitalia, nella trattativa si inseriscono Delta e Air France
La proposta di Delta e Air France-Klm arriva per evitare un rafforzamento di Lufthansa, che ha presentato un’offerta alternativa. Oltre al 40% dei due vettori esteri, gli altri soci sarebbero Fs, con una quota di minoranza del 25-30%, e il ministero dell’Economia e Finanze (Mef). Che potrebbe convertire parte del prestito statale nel 15% della newco. Il residuo 10-15% verrebbe coperto da una o due società pubbliche. Le ipotesi vanno da un coinvolgimento indiretto di Cdp, oppure di Poste Italiane, che però ha smentito un possibile coinvolgimento.
Per Claudio Tarlazzi si tratta di una partnership positiva
La notizia di una accelerazione delle trattative con un’entrata del 40% di Delta Airlines e di Air France Klm nel capitale di Alitalia “è un fatto positivo”. Così il Segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, su quanto pubblicato dal Sole 24 Ore.
“Ma – prosegue Tarlazzi – la stessa notizia diventerebbe negativa se il piano industriale, che il sindacato ad oggi ancora non conosce, si dovesse orientare su una riduzione degli aerei di lungo raggio. E’ ormai palese che lo sviluppo e rilancio della compagnia può avvenire solo con nuovi investimenti di nuovi aerei di lungo raggio e su nuove rotte intercontinentali. Con investimenti di re-internalizzazione dei servizi di manutenzione e facendo leva sul personale dedicato all’handling”.
No all’estromissione del personale Alitalia
“La compagnia – avverte il Segretario della Uiltrasporti – non va ridimensionata e va scongiurata ogni ipotesi di spezzatino o di estromissione di personale dall’azienda. Come sindacato vogliamo essere al più presto consultati ed informati. Siamo stanchi di apprendere notizie solo dai media. Se questa situazione non dovesse cambiare, la mobilitazione dei lavoratori sarebbe inevitabile, e la responsabilità di ciò, a quel punto, non sarebbe certamente nostra”.
(AWE/LaPresse)