MILANO – Dopo voci, indiscrezioni e trattative serrate, su Alitalia “siamo in dirittura d’arrivo“. Parola di Danilo Toninelli. Il ministro delle Infrastrutture e trasporti ne parla dalla sala operativa centrale di Rfi, ma lasciandosi scappare solo questa battuta, seppur molto importante. “Non ne parlo – spiega l’esponente M5S -, la vicenda è gestita molto bene dal vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, e non voglio creare qualsiasi tipo di instabilità nel mercato“.
Al dossier è stato imposto un cambio di passo, da parte del governo, che vorrebbe portare a casa il risultato prima possibile, ma senza per questo rischiare di compromettere tutto il lavoro per la fretta. “Alitalia la vogliamo salvare, ma non con soldi pubblici, come fatto da altri governi in passato, senza mai rilanciarla – sottolinea Toninelli -. Noi, invece, non solo abbiamo intenzione di salvarla, ma vogliamo anche rilanciarla. Cosa che stiamo facendo, con tutte le mille difficoltà che abbiamo ereditato“.
Della compagnia aerea italiana ne aveva parlato anche il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, al forum PoliticaPresse, rivelando che a suo modo di vedere “entro il 31 marzo una risposta forte su Alitalia ci sarà“.
Il nodo da sciogliere è sempre quello relativo alla cordata di soci da mettere insieme
Dopo l’addio di Easyjet al progetto, sul tavolo restano Delta e Fs, ma proprio l’indisponibilità delle Ferrovie dello Stato a rivelare non più del 30% delle quote azionarie della newco, costringe le istituzioni ad allargare la platea. Dalle parti del Mise, quello che potrebbe sembrare un impasse, è stato letto invece come un segnale di attenzione da rispettare: con più partner, solidi, i rischi di un nuovo flop si riducono.
La positività di una parte dell’esecutivo non convince le opposizioni
Dal Pd è Raffaella Paita a svelare i suoi timori: “La superficialità e l’approssimazione con cui il governo sta affrontando il dossier Alitalia è sconcertante“, tuona la deputata dem. “Torniamo a ribadire la necessità che il governo, con i ministri Di Maio e Toninelli, vengano a riferire in Parlamento al più presto” perché “il disimpegno di EasyJet, le parole di Guzzetti per CdP, la difficoltà a trovare partner industriali e le agitazioni del personale, sono tutti indicatori del rischio che sta correndo la compagnia aerea e con essa i suoi lavoratori. La nebbia della propaganda gialloverde si sta diradando“.
Intanto è confermato lo sciopero nazionale di 4 ore indetto dalle sigle sindacali del trasporto aereo per lunedì prossimo. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo saranno in presidio presso il Mit, perché “la legislazione del settore ha incentivato una competizione spinta tra le compagnie che si è scaricata sui lavoratori”. A questo “si aggiunge anche la situazione di Alitalia, arrivata alla fase conclusiva dell’amministrazione straordinaria, il cui esito non è affatto scontato”.
(LaPresse)