Milano, 15 mag. (LaPresse) – Un studio della Internet Watch Foundation (IWF), organizzazione che monitora gli abusi sui minori online, lancia un nuovo allarme sulla pedofilia online: aumentano i casi di bambini convinti con l’inganno, o costretti con il ricatto, a esporsi attraverso dirette streaming in chat, con la webcam di tablet e cellulari.
Una modalità di adescamento nuova e più ‘sofisticata’ in cui il predatore non deve nemmeno essere parte attiva: gli è sufficiente registrare ciò che accade in diretta.
La ricerca è stata condotta per un periodo di tre mesi e ha identificato 2.082 immagini e video di abusi sessuali su minori trasmessi in diretta streaming. Il 98% riguardava bambini di età pari o inferiore ai 13 anni, il 28% aveva 10 anni o meno, mentre il più giovane aveva solo tre anni. Gli autori della studio hanno verificato che il 96% delle vittime è composto da ragazze, e oltre nove video su dieci mostrano un bambino da solo, in un ambiente domestico. Il 18% degli abusi è stato classificato come stupro o violenza sessuale.
Ad allarmare è il fatto che, negli ultimi sei mesi, oltre un terzo (38%) delle segnalazioni di abusi sessuali su minori online rientra nella categoria dei contenuti ‘autoprodotti’. Un termine che si riferisce alle situazioni in cui il bambino è solo o con altri coetanei, spesso in camera da letto, ed è convinto o portato a scattare immagini o girare video di natura sessuale e poi a condividerli con qualcuno di cui si fida. Il 100% delle immagini studiate è stato ottenuto direttamente dal caricamento originale e ridistribuito su siti web di terze parti come download a pagamento. Il 73% del materiale finiva su un network di 16 forum.
La conclusione a cui sono arrivati gli autori della ricerca è che qualsiasi piattaforma online, per quanto realizzata con fini legittimi, può essere sfruttata da criminali con l’intento di entrare in contatto con i bambini.
Ogni portale che offre servizi di live streaming diventa così un potenziale ambiente di caccia per i pedofili. Per questo motivo, l’Iwf avverte i genitori che “questo può accadere a qualsiasi bambino che abbia accesso alla tecnologia di streaming live. Tutti gli adulti devono essere vigili e conoscere gli strumenti che usano i bambini”. “La maggior parte dei video illegali che abbiamo individuato sono stati registrati dagli autori dei reati nel corso della diretta e poi distribuiti”, spiega Sarah Smith, autrice dello studio.
“I bambini ripresi sembrano essere completamente all’oscuro della registrazione.
Sono chiaramente vittime di un abuso, anche se l’autore del reato non è nella stanza. Il livello di adescamento è sempre più sofisticato”.