ROMA – Alleanze sì, alleanze no. Una storia infinita. La lunga estate del Pd ripropone sempre lo stesso ritornello: ci sono i margini per un dialogo prima ed un accordo poi con il Movimento 5 Stelle per dividere gli attuali alleati di governo? Basta semplicemente porre la domanda per dividere il Partito Democratico e riaccendere polemiche furibonde.
Dopo Franceschini c’è anche Zanda: “Bisogna dialogare con il M5S”
Dopo Dario Franceschini, è Luigi Zanda a proporre un dialogo con i 5 Stelle. “Chi di noi può augurarsi che la Lega e il M5S restino per sempre alleati tra di loro? Nessuno nel Pd oggi pensa ad alleanze o governo con il Movimento, a partire dal vertice del partito”. Zanda invoca la real politik: “Parlare anche tra avversari in politica è sempre necessario – prosegue – Un’azione politica e il confronto sul merito dei problemi con tutti”. Il non detto del ragionamento di Zanda e Franceschini è uno solo: andare al voto premierebbe la Lega e il centrodestra, ma estromettere Salvini dal governo per tre anni potrebbe essere fatale per il Capitano.
‘Senza di me’, Rosato e Calenda bocciano la via grillina al governo
“Niente alleanza con il M5S. Dobbiamo essere tutti chiari e chiudere definitivamente questa strada. Siamo stati alleati con Berlusconi, ma lui almeno non ha mai messo Toninelli come ministro dei Trasporti”, afferma il vicepresidente della Camera Ettore Rosato su Radio Cusano Campus, riprendendo la linea del ‘Senza di me’ lanciata da Matteo Renzi. Ancora più duro Carlo Calenda: “Con un accordo del genere me ne vado via subito”.
Le urne sono l’ultima spiaggia
Intanto, la semplice discussione sulla possibilità o meno di un dialogo Pd-M5S pone la Lega in una posizione complessa. La strada delle urne, sul piano politologico la migliore per il Carroccio di Salvini, rischia di scontrarsi con Sergio Mattarella e un Parlamento che a casa proprio non vuole tornare. E non è detto che l’opposizione e la lontananza dal potere al Salvini di governo faccia cos bene. Staremo a vedere.