Un miliardo l’anno alla multinazionale olandese
Un miliardo all’anno per otto anni. Un fiume di soldi destinato a finanziare la transizione ecologica nel settore dell’automotive. Denaro che finirà in buona parte nelle casse degli Agnelli-Elkann, che attraverso la holding di famiglia Exor controlla il 14,4% di Stellantis, multinazionale olandese che controlla la produzione di otto noti marchi: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall. In quota minore, il finanziamento sosterrà le società concorrenti di Stellantis.
La nuova fabbrica la paghiamo anche noi
E’ quanto riportava, ieri mattina, il Fatto Quotidiano, diretto da Marco Travaglio, con un articolo a firma di Nicola Borzi. Ma non è tutto. Altri 370 milioni, sempre secondo il Fatto, andranno a Stellantis per il progetto di una mega fabbrica di batterie per auto a Termoli, in Molise. Intanto la Exor ha chiuso un accordo con l’Agenzia delle Entrate per la definizione di un contenzioso fiscale plurimiliardario, relativo proprio al trasferimento della sede legale della società in Olanda. Accordo che prevede il pagamento di 746 milioni di euro, 104 dei quali solo di interessi. A questo si aggiunge il precedente patto da 230 milioni che riguardava un’altra società di famiglia, la Giovanni Agnelli Bv.
Il precedente: la garanzia sul maxiprestito da 6 miliardi
Questo nonostante non si siano ancora spente le polemiche sul maxiprestito da oltre 6 miliardi di euro, accordati alla Fiat degli Agnelli nel 2020 per far fronte alle perdite causate dal Covid. Soldi garantiti dallo Stato attraverso la Sace, controllata da Cassa Depositi e Prestiti, grazie alle tasse pagate dagli italiani. E che, naturalmente, hanno subito preso il volo per l’Olanda e la Gran Bretagna, dove la Fiat ha il domicilio fiscale. Per non parlare delle mascherine anticovid per le scuole, con il famigerato accordo da 237 milioni di euro sottoscritto nel 2020 con la Fca dall’ex commissario all’emergenza Domenico Arcuri.