Amazon, protesta dei driver a Milano: atteso anche Landini

Protesta per i ritmi di lavoro estenuanti

LP / AFP PHOTO / Lionel BONAVENTURE

MILANO – Driver di Amazon fermano le consegne e andranno a manifestare con un presidio sotto gli uffici della sede del colosso digitale. L’appuntamento è oggi in piazza XXV Aprile a Milano a partire dalle 10. Dalle 14 è atteso anche il segretario generale della Cgil, come comunicato dagli organizzatori della protesta. “Torniamo a scioperare nella filiera di Amazon per denunciare i carichi di lavoro a cui sono sottoposti i driver. Che tutti i giorni consegnano i pacchi nelle case dei consumatori digitali”, fanno sapere in una nota Filt Cgil-Fit Cisl-Uil trasporti.

“I driver – si legge nel comunicato – sono le uniche facce che chi acquista incontra del complesso sistema di distribuzione delle merci del colosso mondiale. Diventano in definitiva la faccia con la quale Amazon entra in contatto con i propri clienti. Eppure oggi sono quelli sottoposti a ritmi di lavoro estenuanti, un numero di pacchi consegnati che arriva anche al doppio di quelli che mediamente consegna un driver. Un sovraccarico che mette a rischio la sicurezza dei lavoratori e la qualità del servizio offerto. Le aziende in appalto per accaparrarsi qualche rotta in più spremono i dipendenti. Per consegnare tutto ciò che gli hanno assegnato anche quando il furgone è colmo di pacchi. Non si prendono in considerazione le condizioni meteo, la lunghezza dei tragitti, il traffico. L’importante è consegnare tutto e velocemente”.

Protesta per i ritmi di lavoro estenuanti

Durante il periodo di novembre e dicembre, denunciano i lavoratori, il numero dei dipendenti assunti per le consegne dalle aziende in appalto ad Amazon è triplicato ma erano tutte assunzioni a tempo determinato. Un fenomeno diffuso nel settore. “Dopo il picco natalizio infatti decine di lavoratori e lavoratrici sono rimasti a casa. Tuttavia le quote di mercato conquistate da Amazon aumentano ma a questo incremento non ne segue un efficiente incremento del personale. Al contrario vi è un ancora troppo diffuso utilizzo di partite Iva con un unico committente.

Sembra che Amazon faccia finta di non guardare alla sua crescita e ‘viva alla giornata’”, prosegue il comunicato in cui si fa sapere che “ad ottobre 2018 era stato raggiunto un accordo di filiera che uniformava il trattamento retributivo dei driver in tutta la Lombardia. Oltre a confermare l’applicazione del contratto collettivo della logistica, l’accordo prevede di norma un limite all’orario di lavoro giornaliero che prima non veniva rispettato. Affinché l’accordo possa essere rispettato è previsto l’installazione di timbratrici che dopo quattro mesi stiamo ancora aspettando.

Persiste tutt’oggi da parte di queste aziende una resistenza sulla retribuzione dello straordinario che loro stesse pretendono dai dipendenti, continui sotterfugi per aumentare la flessibilità e nessuna risposta sulle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali. A questo possiamo aggiungere i ritardi nel pagamento degli stipendi, le buste paga costantemente sbagliate, le franchigie per i danni ai mezzi utilizzate come strumento di autofinanziamento aziendale, la difficoltà delle aziende a stare dentro le regole”.

Filt Cgil – Fit Cisl – Uil trasporti chiedono quindi “un intervento responsabile ad Amazon sulla filiera. Che viene frammentata sempre di più ed un piano concreto sul carico di lavoro. E sulle assunzioni per redistribuire le consegne, aumentare la qualità e costruire lavoro stabile. Perché se il futuro sarà digitale e smaterializzato le persone continueranno ad essere un valore”.

(LaPresse)

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