LA PAZ – Proprio come il rivale di estrema destra Jair Bolsonaro nel vicino Brasile, il presidente boliviano di sinistra Evo Morales è preso di mira dalle critiche dei gruppi ambientalisti per gli incendi che stanno divorando anche le foreste del suo Paese. Mentre le fiamme dell’Amazzonia in Brasile hanno attirato l’attenzione mondiale, i roghi di boschi e pascoli in Bolivia nell’ultimo mese sono passati quasi inosservati. Tuttavia da maggio hanno distrutto nell’est del Paese oltre 9.500 chilometri quadrati di terreno, con un forte aumento da metà agosto. Messo sotto pressione dalle organizzazioni ambientaliste locali, Morales alla fine ha accettato domenica l’offerta di aiuto di diversi Paesi della regione e della Spagna per combattere gli incendi. Questi da settimane imperversano nel Pantanal boliviano, nell’est, al confine con Brasile e Paraguy. E ha anche annunciato la sospensione temporanea della sua campagna elettorale in vista delle elezioni del 20 ottobre. Campagna in cui proverà ad aggiudicarsi un quarto mandato presidenziale.
L’accusa
Gli ecologisti puntano il dito in particolare contro una legge del 2016, che estende le superfici di disboscamento autorizzate da 5 ettari a 20 ettari. Inoltre contro un decreto di luglio che consente degli incendi sotto controllo per deforestare. Negli ultimi anni la Bolivia ha moltiplicato gli accordi di investimento internazionali, in particolare con la Cina, per lo sfruttamento del gas naturale e soprattutto del litio, di cui spera di diventare il quarto produttore mondiale entro il 2021.
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