Amedeo “ART” Ariano e il Salernitan Jazz Vibes

Il suono è l’elemento centrale della musica, il suono e il ritmo per essere precisi, la combinazione di questi due elementi determina senza se e senza ma, l’essenza di quello che stiamo sentendo.

Negli ultimi anni, la critica europea, si è troppo spesso concentrata su altri valori, e ha trattato ed esaminato la musica quasi e solo in termini di scale, di combinazioni armoniche, o si è concentrata nell’ esaminare l’elemento melodico in termini quasi radiografici.

I diversi modelli di critica:

Quello storico-culturale, il modello estetico, quello sociologico, e persino il modello comparativo, sovente hanno sorvolano o dato poca importanza all’elemento sonoro.

Il Suono

Vorrei concentrarmi su questo aspetto, per cercare di raccontarvi uno splendido concerto al quale ho assistito nei giorni scorsi, che ha visto protagonista Amedeo Ariano Afrodance 5et, feat.Gegè Telesforo, nell’ambito della rassegna “Vesuvio Suona Bene”.

La band ha prodotto un suono distinguibile che mi permetto di definire come “Salernitan Jazz Vibes”, è un sound riconoscibile, una matrice insita nei singoli e nell’ effetto prodotto dall’ ensemble.

La formazione capeggiata de Amedeo Ariano ha eseguito brani contenuti nel suo ultimo disco, “Afrodance”, un lavoro pubblicato nel gennaio di quest’ anno, prodotto dalla Groove Master Edition di Gegé Telesforo e Roberto Ramberti.

Il concerto si è aperto proprio con la traccia che da il titolo all’album, e la cifra sonora e ritmica è stata subito chiara, sin da quando Sandro De Idda, tutto vestito di bianco e con un’acconciatura degna dell’Art Ensemble of Chicago, ha cominciato a suonare il tema. Un suono aspro e allo stesso tempo rilassato, nessuna concessione ad orpelli e abbellimenti, dentro il suo tenore gli echi di Coltrane e di Ornette Coleman.

Sandro De Idda non lo scopro certo oggi, ma vi assicuro che vederlo suonare, ballare e dirigere con gioia è felicità, mi ha trasmesso un vero e proprio stupore.

Questioni di famiglia

E qui veniamo alle questioni di famiglia. Nel sud Italia, le famiglie artistiche hanno una tradizione antica, ebbene la famiglia De Idda: Sandro, Dario e Alfonso, sono un vanto della cultura musicale italiana, riconosciuta a livello internazionale. Si tratta di musicisti ambiti ad ogni latitudine, le loro collaborazioni sono di primissimo livello e questa è storia.

L’elemento da sottolineare in questo caso è la loro capacità compositiva, un elemento spesso sottovalutato nel jazz, nel quale si tende sempre a misurare velocità di esecuzione e complessità strutturale. Le composizioni dei “De Idda Brother’s”, rimandano direttamente alle lezioni di Dizzy Gillespie e di Paul Desmond giusto per citare due archetipi, ma sono allo steso tempo moderne e capaci di raccontare storie nuove.

Amedeo Ariano è un vero signore della batteria, un leader silenzioso, elegante un motore ritmico puntuale, sempre giusto, capace di produrre groove talmente indovinati da apparire inevitabili. La batteria è uno strumento ingannevole, un toro da tenere sotto controllo, Ariano, sottolinea, e scandisce tutto con apparente semplicità rendendo “cantabile” il suo drumming.

In scena anche Antonio De Luise al basso, un musicista roccioso ma anche melodico, in alcuni momenti oltre a contrassegnare il tempo ha sottolineato frammenti tematici con rara eleganza, e Alessandro La Corte al piano, un musicista che francamente non conoscevo, ma che mi ha sorpreso molto per senso ritmico e capacità di improvvisare con swing.

Nella band anche Pierpaolo Bisogno, uno specialista del suo strumento, che vanta collaborazioni con artisti del calibro di Tom Harrel, Peter Erskine e Randy Brecker. Momento emozionante della serata, quando è arrivato sul palco il “gran mentore” dei musicisti salernitani, Gegè Telesforo, che ha impreziosito con i suoi racconti, con il suo scat e con alcuni brani tratti dal suo repertorio a cominciare da una rilassatissima versione di “So Cool”, l’intero concerto. Pubblico felice? Si molto, numeroso? Anche. Una splendida serata jazz di fine estate.

Nel podcast: frammenti del concerto e una breve chiacchierata con Amedeo Ariano e Gegè Telesforo.

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