ROMA – Raffaele Cantone non si dimetterà dalla guida dell’Anac. Il presidente dell’Anticorruzione sembrava in procinto di rassegnare le dimissioni, ma è proprio lui in una nota a smentire: “Non mi dimetto“. Il suo mandato ha scadenza naturale nel 2020.
Cantone ha fatto domanda al Csm per tre posti da procuratore
La presidenza dell’Anac è di nomina governativa, era stato Matteo Renzi a scegliere Cantone per la presidenza dell’Anticorruzione. Con l’ex premier non sono mancati dissapori e momenti di divisione sia pure in con ottimi rapporti istituzionali. Così come con il governo in carica. Non ha mancato di prendere posizioni critiche ma nel rispetto dei ruoli. Da 5 anni alla guida dell’Anac, Cantone ha presentato richiesta al Csm per concorrere a tre posti da procuratore. Potrebbe essere questo il motivo della smentita. I tempi del Csm non sono brevi, anzi. Ad esempio per la domanda per la procura di Perugia, dove ci sono altri 19 candidati, bisognerà attendere almeno 3 mesi. Cantone, sotto scorta dal 2003, è inattivo dal 2014.
Cantone e i dissidi sul dll anticorruzione
Con il governo Lega-5 Stelle non ci sono stati particolari attriti. Ma sull’intenzione dell’esecutivo, annunciata da Salvini, di riscrivere il codice degli appalti Cantone non ha nascosto preoccupazione. Così come sulla norma del dll anticorruzione, che in materia di appalti consente di fare affidamenti diretti fino a 150mila euro, definita dal presidente di Anac “pericolosa“.