ANCONA – I finanzieri della Tenenza di Senigallia, su disposizione della Procura della Repubblica di Ancona, hanno dato esecuzione ad una sentenza divenuta irrevocabile, emessa dal locale Tribunale, nei confronti di un imprenditore tessile di origine cinese, imputato e condannato alla pena di due anni di reclusione per reati tributari e in materia di sicurezza sul lavoro, con la quale è stata disposta la confisca “per equivalente” del frutto del reato, fino a concorrenza della somma di 600mila euro. L’imprenditore condannato aveva realizzato un sistema “apri e chiudi” di numerose imprese, con l’utilizzo di vari prestanome e rilasciato fatture per operazioni inesistenti per centinaia di migliaia di euro. Nel corso delle attività investigative, svolte sia attraverso perquisizioni eseguite in orario notturno negli opifici utilizzati dall’imprenditore, sia tramite mirati accertamenti bancari e l’escussione in atti di numerosi clienti e fornitori della ditta, sono stati denunciati tre responsabili, per reati di natura fiscale e per diverse e ripetute violazioni in materia di sicurezza del lavoro. Le complesse attività eseguite hanno permesso, quindi, di ricostruire le dinamiche di quattro diverse società, appositamente costituite al fine di frodare il fisco, tutte riconducibili allo stesso imprenditore cinese, ma formalmente intestate ad altrettanti prestanome, operanti sempre nello stesso opificio e con i medesimi clienti e fornitori. Le Fiamme Gialle hanno proceduto alla confisca delle disponibilità finanziarie detenute su sette diversi conti correnti, crediti verso terzi, oltre che di quaranta macchinari utilizzati nell’attività produttiva, quali macchine professionali da cucire, stiratrici industriali e attaccabottoni.
(LaPresse)