Ancona (LaPresse) – La polizia di stato di Ancona sta concludendo un’articolata attività investigativa. Prevede l’esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di un sodalizio criminale di etnia Rom stanziali. I membri sono accusati di estorsione ed associazione per delinquere. Finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti di tipo cocaina, nonché 17 perquisizioni nella provincia di Ancona nei confronti dei destinatari dei provvedimenti. E di altri soggetti indagati, coinvolti a vario titolo nella vicenda. Nonché il sequestro disposto dall’autorità giudiziaria di un ristorante e di un’autovettura, quest’ultima oggetto di estorsione.
L’indagine dei poliziotti della squadra mobile di Ancona è coadiuvata dai commissariati della provincia, polizia scientifica, Unità cinofile e reparto prevenzione crimine, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Ancona. Ha avuto inizio nell’ottobre 2017 e ha permesso di disarticolare un’importante associazione delinquenziale stanziale nella città di Ancona. I particolari dell’indagine e gli esiti delle operazioni iniziate questa mattina alle 4, saranno esplicati nella conferenza stampa che si terrà alle 11 presso la Questura di Ancona.
Il 6 settembre è stato sequestro un ristorante che era stato trasformato in una bisca clandestina
Un ristorante che la notte veniva trasformato in una bisca clandestina frequentata da cittadini cinesi. Lo hanno scoperto i militari della guardia di finanza in zona Osmannoro a Firenze. Nel corso del blitz, effettuato nei giorni scorsi, sono state trovate otto persone intorno a un tavolo da poker. Sul quale erano state piazzate poi scommesse per circa 100mila euro. Il titolare, un 28enne cinese residente a Firenze, è stato denunciato per esercizio del gioco d’azzardo. Aggravato dall’aver istituito una casa da gioco in un pubblico esercizio. I giocatori, tutti cinesi residenti a Firenze e Campi Bisenzio (Firenze), sono stati denunciati per partecipazione a gioco d’azzardo. Il denaro è stato sequestrato, così come altri strumenti da gioco. Tra cui mazzi di carte, fiches e dadi che, spiegano gli investigatori in una nota, venivano utilizzati per il gioco d”azzardo cinese del Mah Jong.