Ancora bombe sull’acciaieria Azovstal. Zelensky: “Da inizio guerra oltre 2mila missili su Ucraina”

Guerra Russia-Ucraina, Mariupol: la città-martire assediata dai russi Foto AP / Evgeniy Maloletka, File

KIEV – Ancora bombe sull’acciaieria Azovstal da parte delle truppe di Mosca, anche se all’interno “i civili devono ancora essere evacuati”, situazione definita dal presidente ucraina Volodymyr Zelensky come un vero e proprio “inferno”. “Le donne e tanti bambini sono ancora lì – ha continuato -più di due mesi di continui bombardamenti e morte costante nelle vicinanze. Non è chiaro quanti civili rimangano intrappolati nell’impianto”. Medesimo aggettivo utilizzato anche dal segretario generale Onu, António Guterres, mentre d a Mosca arriva l’ok per garantirvi “l’evacuazione dei civili ma solo se i militari nello stabilimento si arrendono”. Finora secondo la presidenza ucraina da “circa 500 civili sono già stati evacuati dalla città di Mariupol”.

Il resoconto

Zelensky ha anche spiegato che “in totale, durante questa guerra, l’esercito russo “ha lanciato 2.014 missili sull’Ucraina e sono state registrate 2.682 sortite di aerei da guerra russi nei nostri cieli. Ognuna di queste sortite è la morte del nostro popolo, la distruzione delle nostre infrastrutture”.

Intanto l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza ha spiegato che “Mosca ha mentito ripetutamente a questo Consiglio con una sfrenata serie di teorie del complotto e disinformazione, ogni falsità più ridicola dell’altra. Non ci sono segnali che la guerra della Russia contro l’Ucraina si stia attenuando. La Russia ha violato la Carta delle Nazioni Unite, ha ignorato i nostri appelli globali e unificati per porre fine a questa guerra”.

Casi sospetti

Altro aspetto di questa guerra sono le detenzioni arbitrarie. Secondo l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, infatti, sarebbero circa 180 i casi individuati “e possibili sparizioni forzate di funzionari locali, giornalisti, attivisti, ex membri dell’esercito e altri civili da parte delle truppe russe in zone dell’Ucraina controllate da Mosca”.

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