Anpi, Zaki: se nessuno conoscesse la mia storia sarei forse ancora in prigione

"Come ricercatore conosco la necessità di raccogliere i dati e raccontare le storie delle persone per difendere i loro diritti: se nessuno conoscesse la mia storia, probabilmente sarei ancora in prigione anche in questo momento"

RIMINI – “Come ricercatore conosco la necessità di raccogliere i dati e raccontare le storie delle persone per difendere i loro diritti: se nessuno conoscesse la mia storia, probabilmente sarei ancora in prigione anche in questo momento. Non avrei riconquistato nessuna parte della mia libertà se non fosse stato per ogni persona che ha deciso di essere la mia voce. Ecco perché voglio cogliere questa opportunità per menzionare le migliaia di prigionieri per reati d’opinione in tutto il mondo, che stanno perdendo la loro vita in prigiona, perché hanno detto la verità: per favore, ricordatevi di loro e continuate a essere la loro voce, come voi siete stati la mia quando io ero nei loro panni”. Lo ha dichiarato Patrick Zaki, collegandosi all’apertura del congresso nazionale Anpi, a Riccione, in provincia di Rimini, dove da ieri è in corso l’assise. “Non posso perdere questa occasione senza menzionare ciò che sta accadendo in Palestina ogni giorno e in Ucraina, anche se dopo un po’ ogni guerra diventa normale, così come sentire parlare del numero delle vittime che hanno chiamato danni collaterali – ha aggiunto lo studente egiziano. Sono grato a tutti quelli che, oggi, sono qui per aver dedicato un po’ del loro tempo a lavorare per quello in cui credono”.

(LaPresse)

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