Antritrust: multa da 10 milioni a Unieuro, Mediaworld, Leroy Merlin e Monclick

L'e-commerce, finito sotto il faro dell' Antitrust, incappa in una maxi sanzione per pratiche commerciali scorrette soprattutto durante il periodo pandemico.

Foto Alvise Busetto/LaPresse

MILANO – L’e-commerce, finito sotto il faro dell’ Antitrust, incappa in una maxi sanzione per pratiche commerciali scorrette soprattutto durante il periodo pandemico. Destinatari delle multe per 10 milioni di euro, questa volta, sono Unieuro, Mediaworld, Leroy Merlin e Monclick. Il provvedimento arriva a un paio di settimane dalla maxi multa da un miliardo di euro ad Amazon.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso i tre procedimenti avviati nei confronti di Unieuro e della controllata Monclick, di Leroy Merlin Italia e di Mediamarket (Mediaworld) sanzionandole in totale per 10,9 milioni di euro. Unieuro per 4 milioni, Mediamarket per 3,6 milioni, Leroy Merlin per 3 milioni e Monclick per 300mila euro.

Le istruttorie hanno accertato che le quattro società, nell’ambito dell’attività di e-commerce di prodotti di elettronica di consumo, elettrodomestici, ferramenta, bricolage, giardinaggio e altri prodotti per la casa, svolta tramite i propri siti web aziendali, hanno posto in essere – soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria per il Covid 19 – alcune condotte scorrette, differenziate per ciascuna impresa ma tutte riconducibili a due pratiche commerciali scorrette. La prima attiene alle criticità relative al momento dell’offerta di prodotti sul sito Internet, l’altra alle disfunzioni registrate successivamente all’acquisto online.

In particolare, sono ricondotti alla prima pratica la diffusione di informazioni inesatte e ingannevoli sull’effettiva disponibilità dei prodotti venduti online e sui relativi prezzi e di informazioni inesatte e ingannevoli riguardo ai tempi di consegna. Con riferimento al processo di acquisto, l’addebito del pagamento o il blocco del plafond prima della conclusione del contratto, l’annullamento unilaterale degli ordini di numerosi consumatori.

Sono stati invece ricondotti alla seconda pratica: la ritardata o la mancata consegna dei prodotti acquistati e regolarmente pagati dai consumatori, le informazioni ingannevoli sullo stato delle spedizioni, i ritardi e gli ostacoli in relazione all’esercizio dei diritti di rimborso dei consumatori, l’omessa o l’inadeguata assistenza post-vendita rispetto alle numerosissime richieste dei consumatori: in particolare, durante il periodo pandemico, sono state sospese molte attività di customer care, i ritardi e gli ostacoli per l’esercizio dei diritti di recesso e di rimborso dei consumatori.

Secondo l’Autorità si tratta di condotte qualificabili come ingannevoli e aggressive perché suscettibili di ingannare i consumatori e di condizionarli indebitamente nell’acquisto o nell’esercizio dei loro diritti contrattuali.

L’intervento dell’Antitrust – si legge nella nota dell’Authority – si inquadra in un filone più ampio, volto ad assicurare il corretto ed equilibrato sviluppo dell’e-commerce.

Secondo l’Autorità in quest’ambito è ancora più necessario assicurare la correttezza delle relazioni commerciali, attraverso una chiara e completa rappresentazione delle caratteristiche delle offerte che si pubblicizzano e del conseguente vincolo contrattuale e dei diritti dei consumatori.

Diritti di particolare rilevanza per l’Antitrust, “a causa dello stato di emergenza dovuto alla propagazione del Covid-19, in cui sono state adottate misure di contenimento che hanno comportato significative restrizioni alla libertà di spostamento delle persone e alle attività commerciali al dettaglio spingendo moltissimi consumatori a rivolgersi al canale online”.

Leroy Merlin ‘reagisce’ con un comunicato in cui annuncia “faremo ricorso”. “Riteniamo di non aver adottato alcuna condotta ingannevole, scorretta o aggressiva attraverso il canale e-commerce e che quanto sanzionato dall’Autorità non tenga in debita considerazione gli effetti della pandemia e l’atteggiamento tenuto da Leroy Merlin nei confronti dei propri clienti. Abbiamo già dato mandato di depositare ricorso al Tar affinché venga riconosciuta la correttezza del nostro operato”.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome