NAPOLI – “Aiuto, aiutatemi, vi prego. Non vi denuncio, ma aiutatemi, mascalzoni”. Lo diceva sospirando un anziano ospite della casa di riposo Nonna Rosa in corso Vittorio Emanuele. E, minuto dopo minuto, la sua voce si faceva sempre più fioca. Era il 3 marzo. L’uomo invocò aiuto per 17 interminabili minuti. Poi arrivarono due operatori sociosanitari: “Chi ti ha detto di toglierti il catetere?”, e giù con rimproveri e insulti.
Scene di ordinaria follia in quella casa di riposo della ‘Napoli bene’. Scene di ordinaria follia che sono finite nelle 472 pagine di un’ordinanza eseguita ieri mattina dai carabinieri della compagnia Napoli Centro. I militari dell’Arma hanno dato esecuzione a una misura cautelare personale emessa dal gip Ivana Salvatore del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – IV sezione indagini, competente in materia di “Violenza di genere e tutela delle fasce deboli della popolazione”, nei confronti di sette persone. Sette operatori sociosanitari. Due indagati sono stati tradotti al carcere di Poggioreale, una presso il carcere di Pozzuoli, mentre ai restanti quattro sono stati applicati gli arresti domiciliari. In carcere sono finiti Grazia Rocco, 35enne di Arzano, Gennaro Postiglione, 52enne del rione Monterosa di Scampia, e Marco Marzano, 45enne di Pozzuoli. Ai domiciliari Rosa Mascetta, 23enne di Arzano, Simona Cimmarosa, 34enne di Casalnuovo, Aniello Robilotta, 31enne di Mugnano,e Caterina Fornaro, 57enne di Cercola. Gli operatori sociosanitari sono ritenuti gravemente indiziati, in concorso fra loro, di maltrattamenti, continuati e pluriaggravati, in danno di persone affidate alla loro cura e vigilanza.
Dalle indagini svolte dai carabinieri della stazione di Chiaia sono emerse reiterate e quotidiane condotte di umiliazione, minaccia, grave violenza fisica e psicologica nonché molteplici episodi di deliberata indifferenza rispetto agli elementari bisogni di assistenza ai pazienti, di età compresa tra gli 80 e i 100 anni. Le condotte degli Oss, documentate da intercettazioni ambientali audio e video, sarebbero state commesse ai danni di anziani in età avanzata, compresa tra gli 80 e 100 anni. Dalle indagini è inoltre emerso che tre degli odierni indagati avrebbero altresì indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza: Caterina Fornaro in forma diretta, Grazia Rocco e Rosa Mascetta in maniera indiretta. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva. Le indagini, comunque proseguono. Gli inquirenti sono sulle tracce di un’operatrice non ancora identificata. Sono in corso accertamenti finalizzati a darle un nome e un volto. Sono otto, in tutto, i pazienti vittime delle vessazioni ipotizzate dall’accusa. Tra loro c’è una donna di cento anni. E soprattutto due persone poi decedute. Aggressioni, insulti, minacce, e farmaci che sparivano a ritmo sospetto, e le indagini che sono partite in seguito a una denuncia di un operatore che nel novembre dell’anno scorso sostenne una giornata lavorativa di prova presso la struttura. Dalle dichiarazioni rese dal denunciante si apprendeva che, sin da subito, lo stesso aveva avuto modo di riscontrare lo stato di assoluto abbandono dci locali, le scarse condizioni igieniche nonché la soggezione fisica e psicologica a cui erano soggetti gli anziani ospiti, che apparivano preoccupati e intimoriti dagli operatori. Quindi l’attività investigativa a ‘fari spenti’, con i carabinieri che hanno visto e sentito, intercettandolo, tutto l’orrore che avveniva ogni giorno nella casa di riposo Nonna Rosa. Il blitz, avviato all’alba, è stato poi ultimato intorno alle 16. L’attività è stata sospesa dai competenti uffici dell’Asl per gravi carenze igienico sanitarie. I quindici pazienti presenti nella struttura sono stati tutti trasferiti da personale medico specialistico. Due di questi sono stati trasferiti presso l’ospedale del mare per condizioni di salute precarie, uno presso il residence sempre all’Ospedale del Mare messo a disposizione dall’Asl, gli altri dodici presso le abitazioni dei prossimi congiunti.
I carabinieri, supportati dai colleghi del Nas, hanno rinvenuto e sequestrato alcuni farmaci scaduti e altri privi di tracciabilità. Sequestrata anche diversa documentazione per i successivi accertamenti.
“Ti taglio la lingua, ti spezzo le mani, ti uccido”
Richieste di aiuto e assistenza ignorate costantemente dagli operatori indagati. Ad esempio, spezzo i pazienti chiedevano di essere coperti perché infreddoliti o di essere accompagnati in bagno. Per tutta risposta, gli operatori sociosanitari si rivolgevano a loro con tono aggressivo e urlandogli contro frasi choc “Mangia, muoviti, sta’ zitto. Stai dando fastidio”, affermavano gli operatori che erano soliti definire i pazienti con termini come “insopportabili, scemi, .str..zo, zingaro, mongoloide, bucc…a”, bucc…a patentata”, minacciando di chiuderli in una stanza, di percuoterli e di morte. Secondo quanto si legge nell’ordinanza, come intercettato dagli investigatori, Gennaro Postiglione si sarebbe rivolto così agli anziani: “Ti schiatto, ti do una testata in bocca. Io sono più pazzo di te. Ti devo attaccare? Ti uccido… ti spezzo le dita, ti spezzo le mani”. Sulla stessa scia Aniello Robilotta, per tutti Nello, che per incitare Postiglione in quel momento intento ad inveire contro uno degli anziani, avrebbe urlato “affogalo, affogalo”. O come Rosa Mascella, per gli amici Rosy, che avrebbe parlato così a un anziano: “se solo parli ti chiudo nel bagno solo a te”. Secondo l’accusa, avrebbe fatto forse peggio con un’anziana: “Vuoi vedere che la me..a che hai nel c..o te la spalmo come una crema in faccia? Ti devo chiudere la bocca a modo mio?”. E poi ancora urlando contro all’anziano di prima: “Ti metto le mani al collo, ti faccio morire io”. A un altro anziano, Mascetta avrebbe proferito queste minacce: “Ti faccio fare testa e muro”. Marco Marzano a una 90enne del Vomero avrebbe urlato: “Ti lego mani e polsi, ti metto fuori al balcone, ti chiudo in una stanza buia”; mentre a un’altra anziana si sarebbe rivolto dicendole “Io te la spezzo la mano” e nei confronti di altri anziani con “Ti butto di sotto”, spingendoli, strattonandoli e percuotendoli, dando loro schiaffi, pizzichi, stringendo loro mani e braccia, causando dolore agli anziani. “In particolare Postiglione torcendo loro braccia e dita – si legge nell’ordinanza eseguita ieri – La Mascetta, Marzano e Grazia Rocco colpendo con schiaffi e torsioni delle braccia, somministrando indebitamente medicinali quali Talofen e Serenase per tenerli sedati, somministrando cibo bollente, e comunque ponendo tutti in essere condotte assolutamente vessatorie, mediante insulti e minacce e aggressioni verbali”.
Dalle indagini è emerso che il tutto avveniva in un ambiente ‘macchiato’ dal lavoro nero, tant’è che titolare e personale temevano ispezioni delle forze dell’ordine.
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