CASERTA – È ancora un intreccio tra politici, dirigenti e imprenditori a costituire la trama dei presunti illeciti che toccano il mondo della sanità casertana. Una trama finita al centro dell’indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che riguarda alcuni appalti gestiti dall’Asl di Terra di Lavoro. Secondo gli inquirenti, questa commistione avrebbe condizionato l’aggiudicazione di diversi servizi di emergenza sanitaria, favorendo varie cooperative — alcune dell’area di Napoli Nord, altre del Nolano e del Basso Lazio — e alterando così la libera concorrenza. L’inchiesta, condotta dai carabinieri, descrive l’ennesima contaminazione illecita tra politica e sanità: un sistema in cui la scelta dell’aggiudicatario di un appalto non dipenderebbe da criteri economici o di efficienza, ma da logiche estranee all’interesse pubblico. Saranno naturalmente i processi, se ci saranno, a confermare o smentire queste ricostruzioni.
Per ora possiamo dire che l’indagine in questione rappresenta uno dei filoni collegati alla più ampia inchiesta che coinvolge il consigliere regionale Giovanni Zannini e l’ex presidente della Provincia Giorgio Magliocca, entrambi indagati a piede libero per ipotesi di corruzione. In questa costola dell’inchiesta, sono cinque gli episodi finiti nel mirino della Procura guidata da Pierpaolo Bruni — un dato già anticipato nell’edizione di Cronache di Caserta di ieri — di cui oggi emergono ulteriori dettagli. Due episodi, risalenti al giugno e al dicembre 2022, riguarderebbero favori a una cooperativa di Cassino e a un’altra operante tra Sora e Roma, condotte cristallizzate dall’accusa in un’ipotesi di turbata libertà della scelta del contraente. Secondo gli inquirenti, alla presunta turbativa ha partecipato un influente politico della provincia di Caserta, che avrebbe tentato di esercitare il proprio peso nel mondo Asl, e tre dirigenti dell’azienda sanitaria, tra cui un ex amministratore di un Comune dell’Alto Casertano.
Un terzo episodio, datato maggio 2023, coinvolgerebbe ancora un dirigente dell’Asl e il titolare di una cooperativa del Nolano. Di qualche giorno precedente sarebbe invece un’altra ipotetica turbativa d’asta, con tre dirigenti dell’Asl — uno dei quali non più in servizio — finiti sotto accusa. L’ultimo episodio contestato riguarda infine un’associazione privata di Caivano che gestisce un servizio di emergenza sanitaria, per il quale si ipotizzano sia turbativa d’asta sia turbata libertà di scelta del contraente.
Il filone principale dell’inchiesta sammaritana, nei mesi scorsi, aveva già portato a perquisizioni e sequestri di telefoni e documenti, permettendo di far emergere diversi dettagli sull’indagine. La costola che interessa gli appalti Asl, invece, non avrebbe comportato attività di questo tipo: la Procura avrebbe scelto una strategia diversa, senza interventi diretti. Ora si attendono gli esiti di questa nuova linea investigativa, che potrebbe aprire ulteriori scenari sul rapporto tra politica e sanità nel Casertano. Tutti i soggetti sottoposti a indagine sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza definitiva di condanna, e l’evoluzione dell’inchiesta potrebbe anche accertare la loro estraneità ai fatti contestati.
 
            
 
		