NAPOLI – Appalti e tangenti, fondi ‘neri’ per finanziare la campagna elettorale dell’ex consigliere regionale Luciano Passariello con sullo sfondo le vicende della Sma Campania: la Procura ha stretto il cerchio e arrestato 5 persone. Il politico ex di Fdi, poi tornato nel 2020 in Forza Italia, è stato condotto in carcere, così come l’ex responsabile dell’area manutenzione del territorio di Sma Campania Alessandro Soria e l’ex responsabile relazioni esterne e relazioni industriali della società Cosimo Silvestro. Ai domiciliari Agostino Chiatto, dipendente Sma distaccato presso la segreteria particolare di Passariello, e Antonio Tuccillo, amministratore di una società aggiudicataria di un appalto indetto dalla Sma.
Il gip Antonio Baldassarre, inoltre, ha disposto l’obbligo di dimora per Ciro Migallo, ex impiegato del Comune di Napoli e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Rosanna Zingaretti, ex dirigente del Municipio partenopeo in servizio presso l’Ufficio Gare del Comune, entrambi in pensione da qualche anno. Nei confronti di Salvatore Abbate e del figlio Rolando, invece, è stato deciso il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale. Il gip ha respinto le richieste dei magistrati Henry John Woodcock ed Ivana Fulco per altre 17 persone, mentre ha dato il via libera ai sequesti nei confronti di alcuni indagati. Sotto chiave beni per 243mila euro di proprietà di Soria e Silvestro, mentre per Passariello la somma è di 40mila euro. Le indagini sono scaturite inizialmente dall’inchiesta giornalista condotta da Fanpage.it sugli appalti della Sma Campania. Dai video emerse il ruolo del factotum di Passariello, Chiatto, e dell’allora amministratore unico Lorenzo Di Domenico, e la possibilità che per ottenere l’assegnazione dei lavori si dovesse in qualche modo passare per un finanziamento illecito alla campagna elettorale per le Politiche del 2018 del consigliere regionale, già indagato diverse volte per diversi reati e sempre uscito assolto da ogni accusa.
Stavolta, però, le confessioni di Di Domenico e le dichiarazioni auto ed etero accusatorie di alcuni degli imprenditori coinvolti nella vicenda hanno portato il gip ad autorizzare un provvedimento pesante come la custodia cautelare in carcere per il politico, accusato del finanziamento illecito della campagna elettorale e induzione indebita a dare o promettere utilità. Altri riscontri investigativi hanno consentito ai pm di formulare l’accusa di corruzione nell’ambito degli affidamenti della Sma nei confronti di due dipendenti ancora in servizio come Alessandro Soria e Cosimo Silvestro, i quali avrebbero ricevuto soldi e regali (tra cui un’auto di lusso) da Salvatore Abbate anche dopo lo scandalo ‘Bloody Money’. L
e indagini, coordinate dalla Procura ed eseguite dalla Guardia di Finanza, hanno coinvolto anche il Comune di Napoli e il suo ufficio gare. Secondo gli inquirenti, infatti, la dirigente Zingaretti e il dipendente Migallo avrebbero consentito agli imprenditori Abbate di avere informazioni riservate sulle offerte presentate dalle ditte rivali in occasione di alcuni appalti. Ora per i soggetti coinvolti, diversi dei quali già interessati dall’altro filone investigativo, quello sullo smaltimento dei fanghi da parte della Sma e tutti da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva, c’è la possibilità di fornire una versione dei fatti che smentisca quella dell’accusa.
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