CASAL DI PRINCIPE – La mafia nell’appaltopoli regionale non c’entra. Per il Tribunale di Napoli si è trattato invece solo di un giro di gare truccate e mazzette. A farlo emergere, un’indagine della Dda di Napoli che aveva acceso i riflettori, nel 2016, su diverse procedure per assegnare interventi finanziati dalla Regione. Il lavoro degli inquirenti sfociò nel 2017 in 69 misure cautelari. Ieri, a 9 anni di distanza dal blitz degli arresti, si è chiuso il primo grado di uno dei processi innescati proprio da quell’attività investigativa. Risultato: 16 condanne.
Cinque anni di reclusione a testa per Alessandro Albano, 50enne di Aversa; Antonio Bretto, 50enne di Casal di Principe; Marco Cascella; Carlo Coppola, 71enne di Napoli; Giancarlo Migliore, 51enne; Mario Stefano D’Amico, 60enne, entrambi di Francolise; Pietro Russo; Angelo Giancarmine Consoli, 76enne, ex consigliere regionale di Francolise; Alfonso Setaro, 56enne di Portici; Alessandro Gentile, 68enne di Maddaloni; e Paolo Stabile, 56enne di Aversa.
Sei anni, invece, per Giuseppe Cristiani, 51enne di Brusciano, e Nicola D’Ovidio, ex sindaco di Riardo. Sette anni per l’ex assessore regionale Pasquale Sommese e Mario Martinelli, imprenditore di San Cipriano d’Aversa. Pena più alta per chi, secondo l’accusa, era al vertice del sistema illegale: 12 anni per l’ingegnere di Posillipo, Guglielmo La Regina. Tutti gli imputati condannati (da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile) sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
Nessun verdetto di colpevolezza, invece, per Pasquale Merenda, 66enne di Francolise; Pasquale Garofalo, 50enne di Aversa; Gianluca Battaglia, 50enne; Sergio Stenti, 78enne; Fabrizio Pepe, e Umberto Perillo, 55enne, tutti di Napoli (in alcuni casi c’è stata assoluzione, in altri prescrizione). Le aggravanti mafiose inizialmente contestate, come detto, sono state escluse, e tutte le ipotesi di turbativa d’asta non sono state giudicate perché prescritte.
A comporre il collegio difensivo ci sono stati gli avvocati Giovanni Cantelli, Edoardo Razzino, Giuseppe Stellato, Dario Mancino, Angelo Raucci, Saverio Campana, Angelo Mastromatteo, Alfonso Furgiuele, Vincenzo Gallo, Gustavo Pansini, Marco Campora, Paolo Trofino, Francesco Picca, Aldo Ugo Tagliaferro, Renato Jappelli, Luca Bancale, Giuseppe Ricciulli, Walter Mancuso, Rosa Russo, Vincenzo Maiello e Romeo Del Giudice.
Al centro del meccanismo incriminato dal pm Maurizio Giordano della Procura di Napoli ci sarebbe stato Guglielmo La Regina. L’ipotizzato sistema che il professionista avrebbe innescato, stando alla tesi della Dda, tra il 2014 e il 2016, ha manipolato numerosi appalti banditi da Comuni casertani, napoletani e da altri enti pubblici campani, finanziati dalla Regione.
In cosa sarebbe consistito? Attraverso un giro di mazzette, con la compiacenza di tecnici e politici, i lavori finivano a ditte ‘amiche’. A novembre dell’anno scorso c’è stata la sentenza di primo grado per gli imputati a processo dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: 8 condannati e 19 hanno beneficiato della prescrizione.