ROMA – Con il mondo in subbuglio e gli equilibri sempre più fragili, l’escalation di tensioni tra Stati Uniti e Iran da un lato e tra Libia e Turchia dall’altro, ancora una volta Papa Francesco richiama i leader alla calma: “In tante parti si sente la terribile aria di tensione. La guerra porta solo morte e distruzione. Invitiamo tutte le parti a mantenere accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo e a scongiurare l’ombra dell’inimicizia. Preghiamo in silenzio perché il Signore ci dia questa grazia”, dice al termine dell’Angelus, dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico.
Bergoglio ricorda l’impegno preso a Capodanno, Giornata della Pace
Papa Francesco invita a costruire la pace come cammino di speranza, dialogo, riconciliazione e conversione ecologica: “Con la grazia di Dio, potremo metterlo in pratica“, afferma. Già su Twitter il Pontefice ha pregato i fedeli di credere che il nostro prossimo abbia lo stesso bisogno di pace che abbiamo noi: “Non si ottiene la pace se non la si spera. Chiediamo al Signore il dono della pace”.
Dall’altra parte del mondo, intanto, l’appello del patriarca della Chiesa cattolica caldea, Louis Raphael Sako, è dirompente: “Gli iracheni sono ancora scioccati per ciò che è successo la settimana scorsa”, spiega, riferendosi alla paura che l’Iraq si trasformi in un campo di battaglia, invece di essere una nazione sovrana in grado di proteggere i suoi cittadini e le sue ricchezze.
In questa situazione, il patriarca chiede un tavolo con tutte le parti interessate, per un “dialogo ragionevole e civile che risparmi all’Iraq conseguenze inaspettate. Imploriamo Dio Onnipotente di garantire all’Iraq e alla regione una ‘vita normale’, pacifica, stabile e sicura, cui noi aspiriamo”. (LaPresse)