Applausi e lacrime per l’addio a Martina. La folla contro il 19enne reo confesso: “Assassino”

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Funerale di Martina Carbonaro

AFRAGOLA – Una città intera si è fermata. Un fiume di persone ha attraversato ieri pomeriggio le strade di Afragola per stringersi attorno alla famiglia di Martina Carbonaro, la ragazza di appena 14 anni uccisa brutalmente una settimana fa dall’ex fidanzato, Alessio Tucci, reo confesso. Alle 15 in punto, nella Basilica Pontificia di Sant’Antonio di Padova, sono cominciati i funerali della giovane. Una cerimonia solenne, officiata dal cardinale di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, davanti a migliaia di cittadini accorsi per rendere omaggio alla vittima e dire un fermo no alla violenza.

Il sindaco Antonio Pannone ha proclamato il lutto cittadino, disponendo un piano traffico speciale per permettere una partecipazione ampia e ordinata. Un gesto doveroso per una comunità scossa nel profondo da una tragedia che ha colpito non solo la famiglia di Martina, ma l’intero Paese. “Martina figlia di tutti noi”, hanno gridato in molti all’arrivo del feretro. “Assassino”, la parola urlata contro il 19enne, che ha spezzato la giovane vita dell’ex fidanzata. “Giustizia, giustizia”, hanno urlato altri, lasciando esplodere un dolore che da giorni scuote le coscienze.
Tra le autorità presenti, il prefetto di Napoli Michele di Bari. Ma soprattutto c’erano i cittadini, in silenzio, stretti l’uno all’altro, con gli occhi lucidi e il cuore gonfio. Durante la funzione, un grido improvviso ha rotto il raccoglimento: “Martina è viva!”. Una voce disperata che ha attraversato la navata, ricordando a tutti che quella giovane vita continuerà a vivere nei pensieri e nelle battaglie di chi resta.

Toccanti e durissime le parole del cardinale Battaglia nella sua omelia: “Davanti a Martina dobbiamo assumerci tutti una responsabilità collettiva. L’amore non è possesso. Non è controllo, né dipendenza. Se per amore devi annullarti, non è amore. Se per amore arrivi a fare del male, non è amore ma solo violenza. E la violenza non è mai giustificabile. Mai”. Un messaggio chiaro, rivolto non solo ai giovani ma all’intero tessuto sociale, che deve interrogarsi e agire. Le parole del cardinale sono risuonate come un monito per scuotere le coscienze, perché tragedie come questa non siano più rubricate alla cronaca nera, ma diventino occasione di riflessione, prevenzione, cambiamento.

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