Intesa Apple e Samsung: si chiude in accordo la battaglia dei brevetti

I due colossi si accordano dopo 7 anni di dispute

LP / Yui Mok / PA Wire

MILANO (LaPresse) – Dopo sette anni di dispute legali, che hanno visto pronunciarsi con esiti anche differenti tra loro diversi tribunali, Apple e Samsung hanno posto fine alla loro “battaglia dei brevetti”. Con un accordo i cui termini finanziari non sono però stati resi noti. L’intesa tra i due colossi dell’elettronica arriva a poco più di un mese da quella che era stata salutata come una vittoria della casa di Cupertino. A fine maggio, infatti, una corte federale aveva imposto a Samsung di pagare un totale di 539 milioni alla controparte.

Apple e Samsung raggiungono l’intesa dopo 7 anni

Di cui oltre 533 per aver copiato alcune caratteristiche dell’iPhone e altri 5 per la violazione del copyright su alcune funzioni. Una decisione in contrasto con quella precedente presa dalla Corte Suprema nel 2016, che aveva in parte riscattato il produttore asiatico. Rivedendo a sua volta una sentenza precedente, che l’aveva condannato al pagamento di circa 400 milioni di dollari.

Prenderemo in considerazione tutte le opzioni per ottenere un risultato che non ostacoli la creatività e la concorrenza leale per tutte le aziende e i consumatori“. Lo aveva scritto allora Samsung, che a quanto pare ha in seguito trovato nel dialogo la via più sicura per mettere la parola fine a una disputa iniziata nell’ormai lontano 2011.

La risoluzione dell’azione legale sui brevetti

Il tribunale è stato infatti informato dalle parti che l’azione legale “è stata risolta” ha scritto il giudice federale Lucy Koh. Precisando che entrambi i gruppi rinunciano così ad avviare nuovi procedimenti. “Questo caso ha sempre riguardato più del denaro“, ha risposto Apple a una richiesta di commento avanzata dall’agenzia francese Afp. Riprendendo una dichiarazione già diffusa a maggio. “E’ importante che continuiamo a proteggere il duro lavoro e l’innovazione” portati avanti in azienda. Samsung, dal canto suo, non ha voluto commentare ulteriormente la vicenda.

di Marco Valsecchi

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