Decreto dignità, sì del Consiglio dei ministri. Potenziata la Guardia Costiera

Il decreto prevede misure di contrasto dei flussi migratori provenienti dalla Libia. Approvato anche il "decreto-dignità" a tutela dei lavoratori.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che introduce urgenti disposizioni per la cessione, a titolo gratuito, di unità navali a supporto della Guardia Costiera e degli organi per la sicurezza costiera.

Il decreto in questione ha come obiettivo l’incremento delle capacità operative delle autorità costiere libiche. Lo scopo è quello di garantire la corretta gestione dei flussi migratori, con specifico riferimento ai migranti provenienti dal Paese nordafricano.
La necessità è quella di contrastare i traffici di esseri umani e di salvaguardare la vita umana in mare. Anche in un’ottica di tutela delle frontiere esterne e di prevenzione di potenziali rischi di infiltrazioni da parte di individui legati alle organizzazioni terroristiche.

Decreto dignità

Approvato ieri sera il cosiddetto “decreto dignità”, che introduce misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese. Il provvedimento cerca di arginare il precariato, puntando alla limitazione dei contratti di lavoro a tempo determinato e incentivando i rapporti a tempo indeterminato. Sì a interventi contro la ludopatia, tramite il divieto di pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro.
In più, introdotte misure in materia di semplificazione fiscale, attraverso la revisione dell’istituto del cosiddetto “redditometro”.

Il provvedimento su turismo e famiglia 

Mediante un ulteriore decreto sono state introdotte disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo.
In particolare, il testo trasferisce al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali le funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali sul turismo. Inoltre, il decreto in questione attua un riordino dell’autorità politica in materia di famiglia, adozioni, infanzia e adolescenza e disabilità.

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