Arezzo: inchiesta sul ‘re della truffa’, si fingeva imprenditore farmaceutico

Si presentava come imprenditore, con il cognome di una notissima famiglia toscana del settore farmaceutico, e avvocato esperto di diritto finanziario in grado di consigliare i migliori investimenti, frequentatore di hotel di lusso indossando vestiti griffati e guidando macchine costose fra cui una Bentley

Foto LaPresse

MILANO – Si presentava come imprenditore, con il cognome di una notissima famiglia toscana del settore farmaceutico, e avvocato esperto di diritto finanziario in grado di consigliare i migliori investimenti, frequentatore di hotel di lusso indossando vestiti griffati e guidando macchine costose fra cui una Bentley. Così avrebbe raggirato la sua ultima ‘vittima’, un imprenditore lombardo del settore opere idrauliche, che ci ha perso 1,5 milioni di euro fra soldi, bonifici e 7 orologi di lusso Rolex e Cartier. Al ‘re della truffa’ originario di Sinalunga (SI), Roberto Meocci, oggi 55enne, è arrivato un nuovo avviso di conclusione delle indagini preliminari per truffa, riciclaggio, autoriciclaggio, sostituzione di persona e appropriazione indebita.

A notificarlo a lui, e altri 3 soggetti coinvolti, la Guardia di Finanza di Arezzo che ha condotto le indagini coordinata dalla Procura di Arezzo, scoprendo un “vero e proprio sistema truffaldino” in atto fra novembre 2019 e marzo 2021.

Oltre a Meocci, noto nell’aretino sin dagli anni ’90 per i suoi ‘colpi’, gli indagati sono un 65enne di Prato, in qualità di suo autista e factotum, una donna di 47 anni di Arezzo che veniva presentata come un’esperta del mondo finanziario, bancario ed assicurativo e ricopriva il ruolo di ‘cassiera’ per la banda utilizzando il denaro raccolto per spese personali e trasferendolo in tempi brevi su conti bancari della propria famiglia e di alcune società. E infine la quarta indagata è una donna di 63 anni di Roma che è risultata destinataria di parte del profitto illecito, con l’obiettivo di riciclarlo.

A far partire l’indagine proprio la denuncia del legale rappresentante di un’impresa della Lombardia a cui erano stati promessi investimenti remunerativi e aiuti economici per risollevare le sorti della propria azienda in realtà mai ottenuti.

(LaPresse)

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