Argentina, con il doppio donwgrade cresce l’incubo default. Peso in crisi

Ora il Paese trema ancora, in un momento già delicato a livello mondiale tra i dazi Usa, la frenata tedesca e l'ombra Brexit

LP _ ALBERTO RAGGIO / AFP

ROMA – E’ incubo default per l’Argentina. Dopo la sconfitta inaspettata alle primarie dell’attuale presidente Mauricio Macri, per l’economia di Buenos Aires si è scatenata una ‘tempesta perfetta’. Con il crollo della Borsa (che ha toccato anche -40%) e la svalutazione del peso. A piovere sul bagnato, è arrivato il doppio downgrade sul debito a lungo termine di Fitch e Standard &Poor’s, giustificato da “una maggiore incertezza e un aumento del rischio di insolvenza”.

Crolla il peso argentino

“Il peso argentino si è stabilizzato negli ultimi giorni di negoziazione, ma il crollo all’inizio di questa settimana ha reso molto probabile un default del debito sovrano”. Lo hanno dichiarato gli analisti Capital Economics in una nota. Venerdì il peso ha chiuso gli scambi recuperando oltre il 2%, ma al momento servono ben 54,82 pesos per un dollaro.

Fitch declassa il rating

L’agenzia di rating Fitch ha declassato il rating da “B” a “CCC”. Per S&P taglio “B” a “B- “La forte turbolenza del mercato finanziario, con un significativo deprezzamento del peso argentino e un aumento dei tassi di interesse ha notevolmente indebolito il profilo finanziario già vulnerabile”, ha aggiunto S&P.

Fitch ha affermato che la schiacciante sconfitta politica del centro-destra nelle primarie “aumenta i rischi di una rottura dalla strategia politica dell’attuale amministrazione di Mauricio Macri guidata da un programma con il Fondo Monetario Internazionale”. Fernandez, che ora è chiaramente il favorito alle elezioni presidenziali di ottobre, ha messo in dubbio il programma di riforma sostenuto da un pacchetto di salvataggio da 56 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale.

L’Argentina è in recessione

Il Paese è attualmente in recessione e ha registrato un’inflazione del 22% nella prima metà dell’anno – uno dei tassi più alti del mondo -. Nonostante il FMI abbia affermato come il programma di riforma di Macri stesse iniziando a dare risultati.

Le misure decise dal presidente

Il presidente in carico ha reagito tre giorni fa annunciando aumenti salariali e riduzioni delle tasse nel tentativo di riconquistare gli elettori; ha anche promesso un aumento del salario minimo mensile – attualmente 12.500 pesos, pari a circa 208 dollari – per una platea di circa 2milioni di persone. A Buenos Aires, la crisi improvvisa ha fatto vacillare molte aziende.

“Ci ha sorpreso”, ha dichiarato Juan Manuel Bujia, direttore commerciale della catena di elettrodomestici Rodo che impiega 400 persone. “Molte persone hanno anticipato gli aumenti per acquistare sapendo che i prezzi saranno più alti la prossima settimana e il prossimo mese”. Lo ha detto Bujia all’agenzia Afp.

Il default del 2001

Buenos Aires ha una lunga storia con il Fmi e Fitch ha affermato che “la credibilità delle politiche e l’accesso al mercato potrebbero essere ancora messi a dura prova in condizioni economiche deboli, debito pubblico elevato e inflazione”. L’Argentina ha dichiarato default nel 2001 durante la peggiore crisi economica della sua storia e ci sono voluti anni prima che potesse ripristinare la sua credibilità sui mercati finanziari mondiali. Ora il Paese trema ancora, in un momento già delicato a livello mondiale tra i dazi Usa, la frenata tedesca e l’ombra Brexit.

(LaPresse/AFP/di Alessandro Banfo)

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