BUENOS AIRES (LaPresse/AFP) – Decine di migliaia di persone si sono riunite ieri davanti al parlamento a Buenos Aires per chiedere la revoca dell’immunità parlamentare all’ex presidente argentina Cristina Kirchner. Attualmente senatrice, la donna è sospettata di essere coinvolta in uno scandalo di corruzione.
Argentina, la richiesta dei manifestanti
“Cristina in prigione”, lo slogan scandito dai manifestanti appartenenti soprattutto alla classe media. Fortemente opposta all’ex presidente di sinistra.
Oggi il Senato deciderà se autorizzare le perquisizioni nelle numerose residenze dell’ex presidente, chieste dal giudice Claudio Bonadio. Il titolare dell’inchiesta conosciuta in Argentina con il nome ‘I taccuini della corruzione’.
Kirchner non si è opposta all’ipotesi di perquisizioni nelle sue abitazioni ma ha criticato i metodi del giudice Bonadio. “Che vuole fare soltanto dello spettacolo con queste perquisizioni prive di fondamento”. L’ex capo dello Stato ha chiesto che non sia ammessa la presenza di fotografi e telecamere durante le perquisizioni.
Le accuse contro la Kirchner
Kirchner, che ha guidato il Paese dal 2007 al 2015, è la principale figura dell’opposizione all’attuale presidente di centrodestra Mauricio Macri. E potrebbe cercare di correre per un terzo mandato alle elezioni presidenziali in programma in Argentina nell’ottobre 2019.
Le indagini sul maxi scandalo per corruzione sono partite dall’agenda di un autista di un ex viceministro del governo Kirchner, che annotava i presunti passaggi di denaro delle tangenti. Le quali sarebbero state intascate da esponenti dell’esecutivo. Numerosi membri del precedente governo e imprenditori sono stati arrestati dall’inizio di agosto.