Buenos Aires (LaPresse/AFP) – Il Senato argentino ha respinto la proposta di legge per la legalizzazione dell’aborto nelle prime 14 settimane di gravidanza. Nel voto finale, dopo una discussione durata fino a tarda notte, 38 senatori hanno votato ‘no’ e 31 si sono espressi a favore della legalizzazione, con due astenuti.
Scontri e proteste in Argentina dopo il voto in Senato che ha bocciato la legge per la legalizzazione dell’aborto entro le prime 14 settimane di gravidanza. Il voto è stato accolto da grida di gioia da parte degli attivisti anti-aborto fuori dal Parlamento. Disperazione invece tra i sostenitori della legge, molti dei quali sono scoppiati in lacrime in piazza. Alcuni dimostranti hanno iniziato a lanciare pietre e c’è stato uno scontro con la polizia, che ha usato i gas lacrimogeni.
Manifestazione piena di cittadini contro l’aborto
Diverse centinaia di persone hanno manifestato vicino Buenos Aires contro il progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto in Argentina, che è approdata in Senato stanotte. I dimostranti indossavano dei foulard azzurri, colore scelto dai pro-vita per le loro proteste. In corteo inoltre bandiere argentine e un pupazzo gigante a forma di feto. I manifestanti si sono radunati davanti alla residenza presidenziale a Olivos, che si trova alla periferia della città. Il presidente argentino, Mauricio Macri, si è dichiarato contrario all’aborto. Ma dei membri del governo assicurano che non opporrà il suo veto alla legge se verrà approvata. Fra gli organizzatori della marcia c’era la ong anti-aborto Mas Vida. La Chiesa cattolica, molto influente in argentina, ha organizzato una messa nella cattedrale di Buenos Aires, che si è svolta nello stesso momento del dibattito in Senato.