MILANO – L’Argentina è in default tecnico. A dirlo è l’agenzia di rating Standard and Poor’s, che ha declassato Buenos Aires. Abbassando il merito di credito sovrano in valuta locale ed estera a ‘SD’ da ‘B-‘ e quello a breve termine a ‘D’ da ‘B’. Ieri il ministro delle Finanze argentino, Hernan Lacunza, ha annunciato che intende ristrutturare 110 miliardi di debito. Facendo crollare subito la Borsa argentina, con l’indice Merval precipitato del 5,79%. La decisione coinvolge anche i 57,4 miliardi dollari che sono stati prestati a Buenos Aires dal Fondo monetario internazionale.
Argentina in default tecnico
S&P sottolinea che “le maggiori vulnerabilità del profilo creditizio argentino” sono “la mancanza di fiducia dei mercati finanziari sulle politiche che verranno con la nuova amministrazione dopo le elezioni di ottobre. E l’incapacità di procedere a un roll over dl debito nel breve termine con il settore privato”. Secondo S&P, insomma, “questi fattori hanno immensamente danneggiato la capacità di pagare” il debito, tanto che il governo non riuscirà a farlo sulle scadenze in arrivo.
Le misure adottate da Buenos Aires
Lacunza ha annunciato infatti che l’esecutivo intende rinviare il pagamento di titoli locali a breve, in mano a investitori per un ammontare di 7 miliaedi di dollari. E, oltre alla ristrutturazione del rimborso da corrispondere all’Fmi, il ministro ha precisato che sarà dilazionato un credito ‘stand by’ in vigore con scadenza nel secondo semestre del 2021.
La linea della Banca centrale
La Banca centrale argentina ha utilizzato ieri tutti gli strumenti a sua disposizione. Fra cui la vendita in quattro riprese di 223 milioni di dollari, per indebolire la valuta statunitense e sostenere i pesos. Contenendo in questo modo l’inflazione. Lo scorso 12 agosto l’opposizione peronista ha inflitto nelle primarie una severa sconfitta al presidente argentino, Mauricio Macri, in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il 27 ottobre prossimo.
(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)