Arresti per spaccio, i tentacoli dei Bidognetti sull’affare stupefacenti

Alfredo Zampi, Ivan Pulito e Nicola Sergio Kader

CAPUA – A nessuno degli indagati è contestata l’aggravante mafiosa (CLICCA QUI PER LEGGERE I NOMI). L’indagine ha puntato a disarticolare un’attività di spaccio tra l’area sidicina, l’agro caleno e Carinola, attestando che si sarebbe trattato di un business illecito slegato dalla mafia locale.

Nonostante questo, però, a rappresentare un elemento essenziale di questa attività è un soggetto che, per la Dda di Napoli, è intraneo al clan dei Casalesi. Parliamo di Nicola Sergio Kader. È l’unico dei 12 indagati ad essere stato raggiunto dall’ordinanza cautelare in prigione (dove, in realtà, era già recluso proprio con l’accusa di associazione mafiosa). Kader è considerato il riferimento dei Bidognetti sul Litorale, dove si sarebbe occupato non solo di droga, ma anche di estorsioni e usura.
Il fatto che, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, sia diventato fornitore di droga per pusher di altre zone del casertano dimostra come, indirettamente, l’organizzazione mafiosa abbia ormai puntato in modo deciso e costante sul business dei narcotici per garantirsi denaro.

E i Bidognetti, un tempo guidati dall’ergastolano Cicciotto ‘e mezzanotte e ora, dice la Dda, da suo figlio, Gianluca detto nanà’(al 41 bis), avrebbero deciso di farlo in una zona dove da anni lo spaccio era diventato un affare prevalentemente in mano a gang straniere.
La cosca non avrebbe investito solo sul Litorale domizio, ma anche nell’Agro aversano: ne è la dimostrazione lo scontro sorto registrato con Emanuele Libero Schiavone, che, uscito dal carcere, aveva tentato di prendere il controllo dello spaccio a Casal di Principe, pestando i piedi a soggetti connessi proprio ai Bidognettiani che ormai ne tenevano saldamente in mano il timone.
Come è andata a finire? Chi inneggia a Cicciotto ‘e mezzanotte, dopo aver subito un’offensiva da Schiavone, è arrivato a dargli un avvertimento chiaro, sparando con un mitra contro il portone della sua abitazione. E avevano usato le maniere forti anche a Castel Volturno, dove il gruppo che orbitava intorno a Fucci, ha ricostruito l’Antimafia, aveva cercato di fermare la loro ascesa nel settore dei narcotici.

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