MONTE ZONCOLAN (Domenico Palmiero) – Lui ce l’ha messa tutta: sulle rampe del ‘Mostro’ Zoncolan ha dato tutto se stesso, ma la montagna lo ha respinto. Ha perso sì, ma non è naufragato. Il suo orgoglio non glielo ha permesso. Su quella maledetta salita ha stillato fino all’ultima goccia di sudore mettendo in mostra il solito coraggio. Chi si aspettava una deriva del Cavaliere dei Quattro Mori sarà rimasto deluso. Il ciclismo, sport eroico, è una disciplina fatta di fatica e sacrificio. Doti che al nostro non sono mai mancate. Evidentemente c’è stato qualche problemino (per usare un eufemismo) nella programmazione e preparazione di una corsa che non concede sconti a nessuno. Certo, qualche considerazione va fatta perché tutti ci aspettavamo qualcosa in più. Nei nostri desiderata Fabio Aru doveva trovarsi molto più avanti. In primis, credo che nella sua squadra, la UAE Emirates si debba aprire una riflessione sulla preparazione effettuata da Aru in vista dell’impegno rosa. Per il resto, guardiamo positivo. Ora che Aru è uscito definitivamente di classifica potrà dedicarsi a una vittoria di tappa. Non buttiamo il bambino insieme all’acqua sporca. Adesso che i profeti di sventura saranno finalmente soddisfatti pensiamo al futuro. Le salite al Giro non sono affatto finite. Anzi, si riparte già da domani Aru, però, deve migliorare quando la corsa improvvisamente si accende. Finché il ritmo resto alto, il Cavaliere dei Quattro Mori tiene, ma appena l’andatura diventa sferzante sotto una improvvisa accelerazione, allora sono guai. L’auspicio di tutti i tifosi delle corse su due ruote e di Fabio Aru, è che l’atleta torni sui livelli di eccellenza che gli sono consoni. Il corridore sardo è un patrimonio non solo del ciclismo, ma di tutto lo sport italiano. Non ci sembra affatto il caso di disperderlo. Lo rivedremo subito ad alti livelli. Prestissimo.
Aru sconfitto, ma non umiliato: ora caccia a una vittoria di tappa
Serve una riflessione. Ma non buttiamo il bambino assieme all'acqua sporca