Arzano, blitz in fabbrica: rubavano corrente e nascondevano una Magnum. Padre e figlio in manette

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Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri

ARZANO – Un’officina a pieno regime, con le luci accese e i macchinari in funzione, ma senza alcun contratto di fornitura energetica. E, nascosta in un ufficio, una potente pistola pronta a sparare. È il doppio, inquietante scenario scoperto nel tardo pomeriggio di ieri, 17 dicembre, dai Carabinieri della tenenza di Arzano, che ha portato all’arresto dei due titolari di uno stabilimento per la produzione di infissi in alluminio e ferro, padre e figlio di 60 e 32 anni.

L’operazione dei militari è scattata a seguito di un controllo mirato presso l’attività imprenditoriale nella periferia della cittadina a nord di Napoli. Una volta all’interno, la prima anomalia è apparsa subito evidente: l’intero opificio era alimentato da un allaccio abusivo, un groviglio di cavi collegato direttamente alla rete di distribuzione pubblica. Un furto di energia sistematico e su larga scala, che permetteva alla società di operare abbattendo completamente i costi energetici, con un danno economico ingente per la collettività e per la società erogatrice del servizio, oltre a rappresentare un serio pericolo per la sicurezza a causa dell’impianto precario e non a norma.

Ma la scoperta del furto di corrente è stata solo l’inizio. Insospettiti dall’illegalità già accertata e probabilmente dal nervosismo dei due titolari, i Carabinieri hanno deciso di procedere con una perquisizione più approfondita dei locali. È stato all’interno di uno degli uffici amministrativi che è emersa la scoperta più grave. Ben occultata, ma a portata di mano, i militari hanno rinvenuto una pistola revolver 357 Magnum, un’arma dalla notevole potenza di fuoco. A renderla ancora più pericolosa e a qualificarla come “clandestina” era la matricola completamente abrasa, una pratica comune nel mondo criminale per impedire di risalire alla sua origine o a un suo eventuale impiego in precedenti fatti di sangue. La pistola, inoltre, non era semplicemente custodita: era carica e pronta all’uso, con sei proiettili nel tamburo.

Il controllo ha permesso di sequestrare anche quello che appare come un piccolo arsenale. Oltre all’arma, sono state trovate altre 43 cartucce dello stesso calibro 357 Magnum, 50 proiettili calibro 9x21mm, tra i più diffusi per le pistole semiautomatiche, e 7 cartucce calibro 7,65mm. A completare il quadro, anche una carabina ad aria compressa, sulla cui legittima detenzione sono in corso accertamenti.

Di fronte a un quadro probatorio così schiacciante, per il padre sessantenne e il figlio trentaduenne sono scattate immediatamente le manette. Condotti in caserma per le formalità di rito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria sono stati posti agli arresti domiciliari, in attesa del giudizio. Dovranno rispondere delle pesanti accuse di furto aggravato di energia elettrica e di detenzione di arma clandestina e munizionamento. Le indagini proseguono ora per stabilire la provenienza della pistola e per capire per quale motivo i due imprenditori sentissero la necessità di detenere un’arma da fuoco così potente e pronta a sparare.

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