CASERTA – Via libera dalla Regione alle nomine dei massimi dirigenti delle Asl. Nonostante la sanità sia un disastro non c’è stata alcuna rivoluzione. In realtà si tratta di una redistribuzione di incarichi tra gli stessi manager. Valutazione di risultati ottenuti? Dialogo con le forze politiche? Macché. Si tratta di indicazioni di carattere politico che riempirebbero d’orgoglio don Fabrizio Salina, il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. “Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”. E nel caso della sanità campana restare come prima significa rimanere fieramente con le barelle nei corridoi dei pronto soccorso, con liste d’attesa infinite, con procedure complesse e non alla portata di tutti, con i privati che fanno affari d’oro e il diritto alla salute che resta una lontana chimera. La Regione guidata da Vincenzo De Luca non si nasconde dietro a un dito: “E’ un impegno a valorizzare e a non disperdere tutte le esperienze amministrative che si sono sviluppate in questi anni difficili”. Questo il commento alle nomine. Non sia mai vengano disperse certe professionalità, per carità. Del resto i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E viste le condizioni di Asl e ospedali suggerirebbero una rivoluzione. Che ancora una volta non c’è. Nelle 13 aziende sanitarie sono solo due i nomi nuovi: quelli di Giuseppe Russo, scelto per la Napoli 3 e quello di Amedeo Blasotti, nuovo dg dell’Asl di Caserta. Nomi nuovo, poi. Blasotti cambia semplicemente ufficio dopo 10 anni da direttore amministrativo a Caserta. E anche Russo di incarichi alle spalle ne ha parecchi e ha come ‘merito sportivo’ anche quello di essere uomo vicino ai fratelli Manfredi, che saranno ben contenti della nomina da parte di De Luca. L’ormai ex direttore dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo è stato prontamente riciclato al Vanvitelli, che non avendo un ospedale in Terra di lavoro, sarà certamente meno impegnativo. Le conferme nell’incarico precedente sono quelle di Ciro Verdoliva, fedelissimo del governatore, all’Asl Napoli 1, di Renato Pizzuti all’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino e Gennaro Volpe all’Asl di Benevento. Nella enorme azienda napoletana, che copre il centro storico, non si sono certo registrati risultati straordinari e non sono mancate polemiche e inchieste. Ma la politica regna e quindi squadra che non vince non si cambia. Gli altri manager nominati cambieranno semplicemente sede di lavoro. Al Cardarelli va via Giuseppe Longo, che si era lamentato nei giorni scorsi delle tante inchieste sulle barelle ed è stato dirottato al Policlinico, e arriva Antonio D’Amore, che lascia la Napoli 2 dove si insedia Mario Iervolino, altro direttore vicino a De Luca che lascia così Salerno. All’Azienda dei Colli arriva Anna Iervolino, trasferita dal Policlinico napoletano. Scambio di manager tra il San Pio di Benevento e l’Asl di Avellino dove Maria Morgante e Mario Ferrante sono stati semplicemente invertiti. All’Asl di Salerno sbarca Gennaro Sosto, altro recordman di incarichi che piace non poco ai deluchiani. E Maurizio Di Mauro e Antonio Giordano che escono rispettivamente dall’Azienda dei Colli e dalla Vanvitelli? De Luca non si è certo dimenticato di loro. Il primo sarà impegnato nella struttura centrale dell’assessorato alla Salute (e dopo aver affrontato l’emergenza Covid al Cotugno merita comunque una nota di merito). Il secondo va in quiescienza ma mantiene l’attuale incarico commissariale a Napoli. Perché De Luca e i politici non lasciano indietro nessuno. Tranne i pazienti che si trovano ricoverati negli ospedali.
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